Zone rosse, la stretta con lockdown locali: venerdì sei regioni rischiano l’arancione

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Prevenire o comunque limitare gli effetti di una «terza ondata» dell’epidemia da Covid 19 provocata dalle varianti del virus: è questo l’obiettivo del governo che mette a punto le misure di contenimento. L’allarme è forte. In Lombardia sono state istituite quattro nuove «zone rosse», in Campania è stata individuata una variante mai emersa prima nel nostro Paese. Il timore degli scienziati è che nell’arco di due o tre settimane questa mutazione possa risultare prevalente rispetto al virus finora conosciuto. Con effetti che rischiano di essere drammatici, come peraltro sta già avvenendo in altri Stati europei. Ecco perché si studia una nuova stretta che preveda chiusure mirate nelle aree maggiormente colpite in modo da allontanare il rischio di un lockdown nazionale, proprio come accaduto in Germania. Nelle zone rosse scuole, negozi e locali pubblici dovranno interrompere le attività per limitare al massimo la circolazione delle persone. E già venerdì sei regioni potrebbero avere un Rt superiore all’1, finendo così in fascia arancione, altre potrebbero essere classificate in rosso. Ieri il tasso di positività era al 3,8 con 10.386 nuovi casi e 336 vittime. Numeri ancora troppo alti, secondo gli esperti, per ipotizzare allentamenti.

Lockdown locali

In tutta Italia si moltiplicano le ordinanze di chiusura di città e paesi. Sotto osservazione ci sono intere province e la chiusura potrebbe scattare già nelle prossime ore. Ieri il ministro della Salute Roberto Speranza ha incontrato a Perugia la governatrice Donatella Tesei. La regione è in una situazione drammatica, segnata anche dalla carenza del personale sanitario, ma ha saputo fronteggiare la nuova ondata tanto che il «modello Umbria» dovrà essere seguito anche nel resto d’Italia con veri e propri lockdown locali.

Scuole e negozi

Vuol dire che dovranno essere chiuse tutte le scuole, passando alla didattica a distanza. Ma dovranno tenere giù le serrande anche i negozi, ad eccezione di alimentari, farmacie, edicole e tabaccai. Il regime sarà quello sperimentato nel marzo scorso quando i cittadini potevano uscire soltanto per motivi di lavoro, salute e urgenza. La limitazione degli spostamenti serve infatti a contenere la circolazione del virus e dunque anche i locali pubblici dovranno fermare l’attività.

La fascia arancione

Il monitoraggio di venerdì prossimo servirà da bussola per le nuove scelte del governo. Rischiano di passare in fascia arancione ben sei Regioni che la scorsa settimana avevano un Rt prossimo all’1. Oltre alla Lombardia e al Lazio ci sono l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, le Marche e il Piemonte. Si aggiungerebbero all’Abruzzo, la Basilicata, la Liguria, il Molise, l’Umbria e la provincia di Trento. Dopo i provvedimenti presi durante le festività natalizie, la curva epidemiologica era scesa e l’Italia era tornata prevalentemente in giallo. Gli allentamenti e l’incognita rappresentata dalle varianti si sono rivelati però micidiali rispetto al contenimento del Covid 19 e la situazione si è nuovamente aggravata. «Dobbiamo mantenere cautela, intervenire tempestivamente», ripetono Speranza e la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini in contatto costante con l’Istituto superiore di Sanità.

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