Zone rosse, la stretta con lockdown locali: venerdì sei regioni rischiano l’arancione

La terza ondata

Per questo si sta mettendo a punta la mappa delle varianti che possono provocare la «terza ondata», nel timore che sia più insidiosa delle precedenti perché generata da un virus «più veloce e letale». Ieri l’Istituto Pascale e l’Università Federico II di Napoli hanno scoperto «una variante di cui al momento non si conoscono il potere di infezione, né altre sue caratteristiche. Si chiama B.1.525, e finora ne sono stati individuati soltanto 32 casi in Gran Bretagna, e pochi casi anche in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti. Mai finora in Italia». Il primo contagiato è un professionista appena rientrato dall’Africa e dopo aver sequenziato il virus gli scienziati si sono insospettiti «perché non presentava analogie con altri campioni provenienti dalla nostra regione». Quanto basta per comprendere quale sia il pericolo e la necessità di tenere alta l’attenzione.

Il Dpcm in scadenza

Ecco perché già nel fine settimana, quando il governo Draghi avrà ottenuto la fiducia, si metterà a punto la strategia di intervento. Il 5 marzo scade il Dpcm in vigore, la prima decisione da prendere riguarderà lo strumento legislativo da utilizzare. Sarà il nuovo premier a scegliere se firmare un Dpcmo invece procedere con un decreto lasciando ai ministri e alla Protezione civile il potere d’ordinanza, sia pur condivisa con palazzo Chigi. In ogni caso appare difficile, se l’andamento della curva epidemiologica continuerà a essere in salita, che possano scattare le aperture di palestre e piscine, cinema e teatri, e che si possa consentire ai cittadini di andare al ristorante anche la sera.

CORRIERE.IT

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