Pd, Cinque Stelle e Leu lanciano l’intergruppo. Conte: mossa opportuna
Francesco Grignetti
ROMA. Nicola Zingaretti tiene duro: l’alleanza con i Cinquestelle e con LeU deve diventare davvero la stella polare del Pd. L’aveva detto prima che cadesse il governo Conte. Insiste anche ora. E per far capire che non sono soltanto parole, alla vigilia del voto di fiducia fa nascere un Intergruppo aperto a senatori dei tre partiti. Al Senato si sono incontrati i capigruppo delle forze giallo-rosse per studiare una serie di iniziative e rafforzare l’alleanza con un prossimo documento programmatico.
Una iniziativa politica che sembra mossa dall’ansia di tranquillizzare i suoi parlamentari, che temono la contiguità con quelli leghisti. Ma allo stesso tempo è una mossa che può servire ai vertici del M5S, anche loro alle prese con una spaccatura lacerante. E infatti Conte coglie al volo l’opportunità. «Si tratta – commenta l’ex premier – di un’iniziativa giusta e opportuna. In questa fase è ancora più urgente l’esigenza di costruire spazi e percorsi di riflessione che valorizzino il lavoro comune già svolto».
Quello stesso Conte a cui rinnova la stima. «In futuro federatore del Pd e del M5S? Questo lo deciderà lui – dice Zingaretti intervistato a Cartabianca sui Rai 3 – Io penso che non dobbiamo banalizzare questo tema». Anche se intanto l’idea di una candidatura comune a Siena sembra tramontata.
Ci sono scadenze anche molto concrete all’orizzonte: se questa alleanza terrà, sia il Pd che il M5S potranno guardare con maggiori speranze alle prossime amministrative. Se davvero Roberto Fico fosse il candidato per il Comune di Napoli, è evidente che da solo non può farcela. E poi, altra questione rilevante: il governo Draghi si rimetterà spesso al volere del Parlamento per non far esplodere le contraddizioni dentro il Consiglio dei ministri. Ed ecco, se ci sarà un’alleanza, quella che si basava sull’ultimo voto a favore di Conte, i fatidici 157 Sì, il pendolo potrà oscillare più a sinistra che a destra.
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