Licenziamenti, ok da Pd e Lega: blocco per tutti fino a giugno

C’è però come si diceva una forte convergenza politica, che coinvolge anche la Lega: il tema sarebbe stato toccato anche nell’incontro dell’altro giorno tra Salvini e Zingaretti. L’idea di attendere quanto meno un nuovo assetto delle protezioni per i lavoratori potrebbe mettere d’accordo le varie componenti della neonata maggioranza. La direzione, tenendo conto anche del nuovo meccanismo sperimentale “Iscro” per gli autonomi, è quella di uno strumento di tutela universale, che superi la frammentazione evidenziata anche dalla crisi pandemica. Nell’incontro di ieri (durante il quale Confindustria ha fatto sapere di non aver gradito la convocazione separata rispetto ai sindacati) il neoministro del Lavoro ha ribadito la disponibilità a preparare entro fine mese una prima proposta.

Blocco dei licenziamenti e Cig sono al centro del decreto Ristori che dovrà essere approvato dal nuovo esecutivo. In ballo c’è anche il prolungamento della cassa Covid, ora gratuita per le imprese. Lo schema già delineato prevede 26 settimane aggiuntive per la Cig straordinaria e in deroga e 4-8 per quella ordinaria. Nel capitolo lavoro anche una ulteriore indennità per i lavoratori dello spettacolo, stagionali, del turismo, intermittenti, autonomi senza partita Iva e il rifinanziamento di Reddito di cittadinanza e di emergenza. Ci sarebbero poi modifiche al contratto di solidarietà difensiva, congedi straordinari per i genitori di under 14 in quarantena o a casa per le scuole chiuse, nuovi finanziamenti per il terzo settore e per i patronati, partenariati pubblico-privati per incentivare lo sviluppo delle competenze dei lavoratori e un nuovo sostegno ad hoc per gli under 26 impiegati in attività creative.


Sul fronte dei ristori veri e propri, la bozza che era stata messa a punto subito prima della crisi di governo è pronta e andrà integrata essenzialmente per la parte relativa al mondo dello sci, per il quale si cercano maggiori fondi. Le riunioni operative inizieranno nelle prossime ore, ma l’impianto non è destinato a cambiare, perché le risorse complessive – i 32 miliardi di maggior indebitamento autorizzati dalle Camere – sono già “prenotate” per le varie esigenze. Come già annunciato, il sostegno alle imprese colpite dagli effetti delle restrizioni abbandonerà il criterio dei codici Ateco per tentare di arrivare ai soggetti economici effettivamente colpiti indipendentemente dal settore. Dunque si guarderà alla perdita di fatturato, ma le erogazioni dovrebbero essere parametrate ai costi fissi effettivamente sostenuti, in linea con l’impostazione europea. Altro nodo delicato quello fiscale: per le cartelle della riscossione e gli atti di accertamento sospesi (la scadenza è ora fissata a fine febbraio) il piano prevede la loro diluizione nell’arco di due anni.

IL MESSAGGERO

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