Draghi in Senato oggi, il discorso in diretta
di Paolo Decrestina e Gianluca Mercuri
Oggi Mario Draghi chiede e ottiene la fiducia del Senato per il suo governo. Domani toccherà alla Camera e il nuovo governo sarà nella pienezza delle sue funzioni. Draghi nel suo discorso si è rivolto al Paese spiegando cosa intende fare sui tre fronti da cui gli italiani si aspettano la sua impronta: la riscrittura del Recovery Plan — vero motivo della caduta di Conte —, le misure per il rilancio di un’economia schiacciata dalla pandemia — a cominciare dalla questione dei licenziamenti, il cui blocco scade a fine marzo — e quelle per fronteggiare il virus.
Ore 10.58 – Draghi: «Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta»
«Negli
anni recenti i nostri tentativi di riformare il paese non sono stati
del tutto assenti, ma i loro effetti concreti sono stati limitati. Il
problema sta forse nel modo in cui spesso abbiamo disegnato le riforme:
con interventi parziali dettati dall’urgenza del momento, senza una
visione a tutto campo che richiede tempo e competenza. Nel caso del
fisco, per fare un esempio, non bisogna dimenticare che il sistema
tributario è un meccanismo complesso, le cui parti si legano una
all’altra. Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta. Un
intervento complessivo rende anche più difficile che specifici gruppi di
pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per
avvantaggiarli». Lo ha detto Mario Draghi parlando di riforme nel corso
del suo discorso al Senato.
Ore
10.56 – Draghi e il recovery plan: «Parlamento verrà costantemente
informato sia sull’impianto complessivo, sia sulle politiche di settore»
«Il
Programma nazionale di Ripresa e Resilienza indicherà obiettivi per il
prossimo decennio e più a lungo termine, con una tappa intermedia per
l’anno finale del Next Generation EU, il 2026. Non basterà elencare
progetti che si vogliono completare nei prossimi anni. Dovremo dire dove
vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050,
anno in cui l’Unione Europea intende arrivare a zero emissioni nette di
CO2 e gas clima-alteranti. Selezioneremo progetti e iniziative coerenti
con gli obiettivi strategici del Programma, prestando grande attenzione
alla loro fattibilità nell’arco dei sei anni del programma». Lo ha detto
il premier Mario Draghi parlando di Next generation Eu al Senato.
«Assicureremo inoltre che l’impulso occupazionale del Programma sia
sufficientemente elevato in ciascuno dei sei anni, compreso il 2021.
Chiariremo il ruolo del terzo settore e del contributo dei privati al
Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso i meccanismi di
finanziamento a leva (fondo dei fondi). Sottolineeremo il ruolo della
scuola che tanta parte ha negli obiettivi di coesione sociale e
territoriale e quella dedicata all’inclusione sociale e alle politiche
attive del lavoro Nella sanità dovremo usare questi progetti per porre
le basi, come indicato sopra, per rafforzare la medicina territoriale e
la telemedicina. La governance del Programma di ripresa e resilienza è
incardinata nel Ministero dell’Economia e Finanza con la strettissima
collaborazione dei Ministeri competenti che definiscono le politiche e i
progetti di settore. Il Parlamento verrà costantemente informato sia
sull’impianto complessivo, sia sulle politiche di settore».
Ore 10.53 – Draghi parla di Recovery Plan: ecco obiettivi strategici e riforme
È il recovery plan uno dei cuori del discorso di Mario Draghi al Senato. « Dovremo imparare a prevenire piuttosto che a riparare, non solo dispiegando tutte le tecnologie a nostra disposizione ma anche investendo sulla consapevolezza delle nuove generazioni che “ogni azione ha una conseguenza”. Come si è ripetuto più volte, avremo a disposizione circa 210 miliardi lungo un periodo di sei anni», ha detto il premier nel suo passaggio su Next generation Eu. «Queste risorse dovranno essere spese puntando a migliorare il potenziale di crescita della nostra economia. La quota di prestiti aggiuntivi che richiederemo tramite la principale componente del programma, lo Strumento per la ripresa e resilienza, dovrà essere modulata in base agli obiettivi di finanza pubblica. Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza (PNRR). Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile». Gli orientamenti che il Parlamento esprimerà nei prossimi giorni a commento della bozza di Programma presentata dal Governo uscente saranno per Draghi, « di importanza fondamentale nella preparazione della sua versione finale. Voglio qui riassumere l’orientamento del nuovo Governo. Le Missioni del Programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva».
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