Draghi in Senato oggi, il discorso in diretta
Ore 10.49 – Draghi e il Mezzogiorno: «Garantire legalità e sicurezza»
Sviluppare
la capacità di attrarre investimenti privati nazionali e internazionali
è essenziale per generare reddito, creare lavoro, investire il declino
demografico e lo spopolamento delle aree interne.«Ma per raggiungere
questo obiettivo occorre creare un ambiente dove legalità e sicurezza
siano sempre garantite», lo ha detto Mario Draghi al Senato parlando di
Mezzogiorno. «Vi sono poi strumenti specifici quali il credito d’imposta
e altri interventi da concordare in sede europea».
Ore 10.47 – Draghi e la parità di genere: «Superare la scelta tra famiglia o lavoro»
«Una
vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa
richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di
condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso,
puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che
permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie
dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro». Lo
ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi nel suo discorso
programmatico. «Garantire parità di condizioni competitive significa
anche assicurarsi che tutti abbiano eguale accesso alla formazione di
quelle competenze chiave che sempre più permetteranno di fare carriera –
digitali, tecnologiche e ambientali. Intendiamo quindi investire,
economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani
donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il
Paese. Solo in questo modo riusciremo a garantire che le migliori
risorse siano coinvolte nello sviluppo del Paese», ha aggiunto Draghi.
Ore 10.46 -Draghi e il lavoro: «Sostegno a giovani, donne e lavoratori autonomi»
Dopo
la pandemia il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i
lavoratori, ma, secondo Mario Draghi, « sarebbe un errore proteggere
indifferentemente tutte le attività economiche». Alcune dovranno
cambiare, anche radicalmente. «E la scelta di quali attività proteggere e
quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la
politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi», ha detto
parlando al Senato il premier. «La capacità di adattamento del nostro
sistema produttivo e interventi senza precedenti hanno permesso di
preservare la forza lavoro in un anno drammatico: sono stati sette
milioni i lavoratori che hanno fruito di strumenti di integrazione
salariale per un totale di 4 miliardi di ore. Grazie a tali misure,
supportate anche dalla Commissione Europea mediante il programma SURE, è
stato possibile limitare gli effetti negativi sull’occupazione. A
pagare il prezzo più alto sono stati i giovani, le donne e i lavoratori
autonomi. E’ innanzitutto a loro che bisogna pensare quando approntiamo
una strategia di sostegno delle imprese e del lavoro, strategia che
dovrà coordinare la sequenza degli interventi sul lavoro, sul credito e
sul capitale.
Ore 10.43 – Draghi e l’ambiente: «Serve approccio nuovo»
«Il
riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla
nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica,
all’innalzamento del livello dei mari che potrebbe rendere ampie zone di
alcune città litoranee non più abitabili. Lo spazio che alcune
megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle
cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo». Parla
anche di Ambiente Mario Draghi, e per farlo cita papa Francesco: «Le
tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento.
E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi
direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del
Signore». Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il
progresso e il benessere sociale, secondo il premier richiede «un
approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia,
aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei
territori , biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono
diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in
cui si svilupperanno tutte le azioni umane».
Ore 10.39 -Draghi: «Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza»
Dopo
il vaccino, è il momento della scuola: «Non solo dobbiamo tornare
rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su
diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più
adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso
anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a
distanza ha incontrato maggiori difficoltà. Occorre rivedere il disegno
del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle
esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia.
Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza». Lo ha detto il
presidente del consiglio Mario Draghi nel suo discorso programmatico.
Ore 10.36 – Draghi: «Prima sfida ottenere distribuire il vaccino rapidamente ed efficientemente»
Campagna
di vaccinazione contro il Covid: è una delle priorità sottolineate da
Draghi. « Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non
era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di
un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti,
distribuirlo rapidamente ed efficientemente. Abbiamo bisogno di
mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla
protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo
limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora
non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le
strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro
dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono
stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali
autorizzati. E soprattutto imparando da Paesi che si sono mossi più
rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate. La
velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro
comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano
altre varianti del virus.
Ore 10.29 – Draghi e l’Europa: «Appartenenza convinta al destino dell’Europa per essere ancora più italiani»
Nel
suo discorso programmatico al Senato, Draghi sottolinea la forte
impronta europeista e atlantica del suo governo. «Sostenere questo
governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro,
significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più
integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di
sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali
rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite
dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità
condivisa. Anzi, nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa
siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di
origine o residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano
alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non
c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità
nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò
che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere», ha
detto il premier. E poi la difesa del Paese. «Dobbiamo essere più
orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E
riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale
sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano».
Ore 10.25 – Draghi: «Oggi abbiamo la responsabilità di una nuova ricostruzione»
«Oggi
noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra, la
possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova
Ricostruzione. L’Italia si risollevò dal disastro della Seconda Guerra
Mondiale con orgoglio e determinazione e mise le basi del miracolo
economico grazie a investimenti e lavoro. Nella fiducia reciproca, nella
fratellanza nazionale, nel perseguimento di un riscatto civico e
morale. A quella Ricostruzione collaborarono forze politiche
ideologicamente lontane se non contrapposte. Sono certo che anche a
questa Nuova Ricostruzione nessuno farà mancare, nella distinzione di
ruoli e identità, il proprio apporto. Questa è la nostra missione di
italiani: consegnare un Paese migliore e più giusto ai figli e ai
nipoti». Lo ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi nel suo
discorso programmatico. Draghi parla di un «futuro migliore». «Esprimo
davanti a voi, che siete i rappresentanti eletti degli italiani,
l’auspicio che il desiderio e la necessità di costruire un futuro
migliore orientino saggiamente le nostre decisioni. Nella speranza che i
giovani italiani che prenderanno il nostro posto, anche qui in questa
aula, ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che
rimproverarci per il nostro egoismo».
Ore 10.23 – Draghi : «Questo governo non nasce dal fallimento della politica»
«
Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal
fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo.
Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai,
in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa
uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai
problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è
il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità». Lo ha
detto il presidente del consiglio Mario Draghi nel suo discorso
programmatico. «Nei momenti più difficili della nostra storia,
l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte
coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano
impossibili. Perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere
della cittadinanza».
Ore 10.21 – Draghi: «Priorità è la lotta al virus. Mai stato così emozionato. Ringrazio Conte»
La
priorità è la lotta la virus. È molto chiaro nel suo esordio nel
discorso programmatico al Senato Mario Draghi. Poi una nota personale.
«Nel ringraziare, ancora una volta il presidente della Repubblica per
l’onore dell’incarico che mi è stato assegnato, vorrei dirvi che non vi è
mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione
così intensa e di responsabilità così ampia». Draghi ringrazia il suo
predecessore Giuseppe Conte, «che ha affrontato una situazione di
emergenza sanitaria ed economica come mai era accaduto dall’Unità
d’Italia». Lo ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi nel suo
discorso programmatico. Nel ricordo di Conte si è aperto un lungo
applauso a palazzo Madama, come quando il premier ha annunciato che «ci
impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto
compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento
nelle regole».
Ore 10.05 – Salvini: «Speranza? Tutti ministri hanno aiuto Lega»
Tra
i big ad arrivare a Palazzo Madama c’è il senatore e leader della Lega
Matteo Salvini, impegnato in questi giorni in una serie di incontri con
leader politici e di settore. Alla domanda sul sostegno a Speranza,
Salvini risponde che «i ministri avranno il sostegno e l’aiuto dalla
Lega». Lo ha detto Matteo Salvini, entrando al Senato. «Non vedo l’ora
che la squadra sia al completo. Troppi italiani finora hanno digiunato,
mi auguro che sia un anno di salute, rinascita e cambiamento. Gli
italiani chiedono salute, serve qualcuno che la garantisca».
Ore 9.53 – Draghi è arrivato al Senato.
Mario
Draghi è arrivato a palazzo Madama dove, tra pochi minuti, terrà il suo
discorso con le dichiarazioni programmatiche da presidente del
consiglio. Sono arrivati anche i ministri: tutti con le bocche cucite,
Luciana Lamorgese, Daniele Franco, Mariastella Gelmini, Fabiana Dadone e
Renato Brunetta.
Ore 9.28 – Il M5s del no. Morra: «Al 99% Draghi non avrà la mia fiducia»
Tra
le (poche) realtà politiche che non darà la fiducia a Mario Draghi c’è
sicuramente l’area più intransigente del Movimento 5 Stelle. Tra gli
attori che si scostano dall’anima governativa pentastellata c’è
sicuramente il senatore Nicola Morra. «Al 99% prevedo di non dare la
fiducia al governo con un no o con un’astensione», ha detto il
presidente della commissione antimafia Nicola Morra prima di entrare a
palazzo Madama. In Senato i dissidenti dei Cinque Stelle si riducono
dai 20 iniziali a circa una decina, anche se in molti nelle stanze dei
bottoni pentastellati sono pronti a scommettere che il numero calerà
ancora in aula. Musica per le orecchie di Vito Crimi e i suoi
capigruppo, impegnati da giorni in una difficile opera di mediazione con
quell’ala che aveva deciso di impallinare subito l’esecutivo dell’ex
Bce. Chi si sta occupando del dossier a Palazzo Madama dà praticamente
per persi i voti di Mattia Crucioli, Luisa Angrisani, Bianca Laura
Granato, Rosa Abate ed Elio Lannutti. Ancora una volta, infatti, il
capo politico ha ribadito che la base ha «votato una cosa molto chiara e
a quella dobbiamo attenerci». Chi devierà il percorso non potrà che
essere deferito al collegio dei probiviri, anticamera dell’espulsione.
Ma questo non fa arretrare il fresco laureato Emanuele Dessì dalla sua
posizione: «Voglio prima ascoltare cosa dirà il presidente Draghi», poi
«deciderò tra il no e l’astensione», perché «l’unica cosa certa è che
non voterò sì alla fiducia». Certo del no Fratelli d’Italia: «Voteremo
no alla fiducia al governo Draghi perché in campagna elettorale avevamo
promesso ai nostri elettori che non ci saremmo alleati né con il Pd né
con il M5S. E Fratelli d’Italia fa della coerenza una bandiera, un
valore», sostiene il capogruppo al Senato, Luca Ciriani. «Piuttosto
assistiamo a un bizzarro dibattito nel Paese secondo il quale chi come i
Cinquestelle si sono alleati con chiunque in questa legislatura
sarebbero una forza politica matura, mentre chi come FdI ha deciso di
non tradire il mandato elettorale è considerato vecchio e inadeguato.
Ecco, noi non accettiamo lezioni e siamo fieri della nostra scelta,
quella di votare no ad un governo che ha già tradito le attese, dove la
sinistra è azionista della maggioranza all’interno di un Esecutivo che
ha fatto della continuità il suo marchio. Non è un caso che Roberto
Speranza continui a fare danni al ministero della Salute, così come il
commissario Arcuri», ha concluso.
Ore 8.55 – I numeri della maggioranza di Draghi
Per
il governo Draghi si profila una fiducia con numeri molto alti: i sì
potrebbero essere 272 al Senato e 567 alla Camera. Il dato finale
dipenderà dalla ribellione interna ai 5 Stelle: tra i senatori del
Movimento pronti a votare no ci sarebbero Lezzi, Morra, Crucioli, Abate,
Angrisani, Vanin, Presutto, Corrado, Dessì. Il dissenso rispetto alla
linea votata su Rousseau potrebbe ridursi dopo la mediazione di Beppe
Grillo.
Ore 8.25 – I vaccini, prima di tutto
La campagna vaccinale sarà uno dei punti nodali del discorso di Draghi: senza una campagna rapida di vaccinazione, infatti, sarà da un lato impossibile far ripartire l’economia, dall’altro complicatissimo bloccare la possibilità che nuove varianti del virus Sars-CoV-2 diventino dominanti. Proprio la scelta su come affrontare le varianti ad alta trasmissibilità definirà, prima di ogni altra, il governo Draghi. La linea che sembra prevalere per ora è quella delle chiusure mirate nelle aree più colpite: «Scuole, negozi, locali pubblici potrebbero dover interrompere le attività per limitare al massimo la circolazione delle persone», scrive qui Fiorenza Sarzanini. Vnerdì l’Italia potrebbe passare all’arancione in sei regioni — Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Piemonte, che andrebbero ad aggiungersi ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Molise, Umbria e Trentino — e al rosso in altre. Già oggi, d’altronde, a causa di un boom di contagi, quattro Comuni della Lombardia — Viggiù (Varese), Mede (Pavia), Castrezzato (Brescia) e Bollate (Milano) — sono diventati zona rossa.
CORRIERE.IT
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