Maturità, Bianchi: «Nel 2021 niente scritti, ma un elaborato da discutere all’orale»

di Gianna Fregonara

Maturità, Bianchi: «Nel 2021 niente scritti, ma un elaborato da discutere all'orale»

Dopo soli quattro giorni da ministro dell’Istruzione il professor Patrizio Bianchi ha già incontrato di persona o via video quasi tutto il mondo della scuola, che per dirla con lui «è la metà del Paese»: presidi, uffici scolastici, regioni, Invalsi, il Cts, le associazioni dei trasporti e presto i sindacati. È pronto ad annunciare il suo primo provvedimento, l’esame di Maturità 2021. L’ordinanza è pronta: anche quest’anno niente tradizionali prove scritte, ma soltanto l’orale. Si comincia a metà giugno.

Ministro, sarà il maxi orale con la tesina come lo scorso anno?
«Non voglio sentir parlare di tesina! I maturandi sono ragazzi e ragazze alla fine del loro percorso scolastico di cinque anni: dovranno preparare un elaborato ampio, personalizzato, sulle materie di indirizzo concordandolo con il consiglio di classe. Lo discuteranno con la commissione, composta dai loro insegnanti. Da qui comincerà l’orale che si svilupperà poi anche sulle altre discipline. Consentiremo loro di esprimere quanto hanno maturato e compreso nel corso degli anni anche con una visione critica».

Saranno tutti ammessi all’esame, come lo scorso anno?
«L’ammissione sarà disposta in sede di scrutinio finale, dal consiglio di classe».

Il premier Mario Draghi nel suo discorso alla Camera ha messo a fuoco diverse sfide per la scuola: recupero di quanto perso con la Dad, allineamento agli standard europei, sviluppo dell’istruzione tecnica e anche qualche cambio di calendario. Da dove comincerà?
«Sono grato al presidente Draghi per l’importanza che ha dato alla scuola. Così come sono grato ai docenti e al personale della scuola che è stato eroico in questi mesi così difficili, imparando a usare strumenti digitali che tutti fino ad un anno fa conoscevamo poco».

Si sono dati molto da fare ma i dati sugli studenti che si sono persi in questi mesi di emergenza e di Dad sono allarmanti . Come si recupera?
«Purtroppo la pandemia ha esasperato problemi di diseguaglianza che erano già gravi. Ha mostrato come nel nostro Paese ci siano situazioni molto differenti. E io voglio ripartire dal Sud che è la zona più in difficoltà perché per rilanciare il sistema si comincia da chi ha più problemi, da chi è più debole: non dimentichiamo che in certe zone della Calabria e della Campania uno studente su tre si perde per strada, che in Sicilia solo il 5 per cento dei bambini va al nido».

C’è intanto il problema di tornare tutti a scuola: le superiori sono ancora al 50 per cento e nelle nuove zone rosse anche scuole materne ed elementari sono chiuse, che piano ha per la sicurezza della scuola?
«Dobbiamo essere molto cauti perché la sfida del virus è ancora alta. La prima cosa da fare è vaccinare tutti gli insegnanti e il personale, anche i più grandi di età. Solo se loro saranno in sicurezza le scuole saranno sicure anche per i ragazzi e le famiglie».

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