M5S, Di Maio in corsa per il direttivo con Azzolina e Taverna. L’incontro con Salvini
Le decisioni — assicurano nel Movimento — saranno «rapide» proprio per non lasciare strascichi nella campagna elettorale interna. Giarrusso e Taverna, infatti, sono due dei nomi tra i probabili favoriti per la corsa alla leadership. Una «competizione» che vede ormai quasi il solo Danilo Toninelli in campo per i ribelli. In testa ai rumor ci sono Luigi Di Maio (che a breve, probabilmente dopo la risoluzione delle questioni interne potrebbe sciogliere la riserva sulla sua candidatura) e la ex ministra Lucia Azzolina, new entry molto amata dalla base Cinque Stelle.
L’ombra di Giuseppe Conte
Come un convitato di pietra sul comitato direttivo aleggia l’ombra di Giuseppe Conte: per farlo partecipare Beppe Grillo dovrebbe cambiare le regole imposte dal comitato di garanzia M5S. Non è escluso che il garante scelga di introdurre una nuova figura nell’universo Cinque Stelle proprio per far spazio all’ex premier, ma anche in questo caso si dovrà intervenire con una votazione su Rousseau (con doppia convocazione) per cambiare lo statuto. Quindi difficile ipotizzare che questo avvenga in tempi rapidi o prima della nascita del nuovo comitato. «Dobbiamo darci tempo e nessuno deve forzare la mano da posizioni di potere: se qualcuno pensa che questa sia la resa dei conti non fa altro che danneggiare ulteriormente chi resta nel Movimento», commenta un big. Ma l’impressione è che i vertici avranno gatte da pelare nelle prossime settimane per tenere unito un gruppo in fiamme. Intanto ieri è stato anche il giorno dell’ex alleato. Di Maio e Matteo Salvini hanno approfittato della loro presenza contemporanea a Catania per il processo sul caso Gregoretti per vedersi di persona lontano dagli occhi di palazzo a Roma. Un incontro atteso dopo il brusco strappo tra quelli che erano i due vicepremier del governo gialloverde nell’estate del 2019. «Siamo pronti per entrare in una nuova fase: è la nostra fase 5.0: le origini, l’era di Grillo e dei primi eletti, l’ingresso in Parlamento, la svolta del capo politico e ora finalmente l’organo collegiale e un partito green dall’appeal e dal taglio europeo», chiosa un Cinque Stelle.
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