Guarda e passa
Buongiorno
mattia feltri
A me Giorgia Meloni fa una simpatia irresistibile. La conosco da una vita, ci diamo del tu, quando ci incontravamo prima del Covid ci scambiavamo sorrisi e bei bacetti sulle guance e una volta che la intervistai in video per il sito della Stampa lei si raccomandò: vedi de nun mena’.
Figuriamoci, sono una persona animata dai sentimenti più nobili e squisiti, e se mi capita di biasimare Giorgia è per amore, solo per amore: di me e di lei. Oddio, in omaggio alla lingua della verità, ammetto che mi capita spesso di biasimarla. Confesso: mi capita sempre. La ascolto e penso due cose: prima, accidenti quanto è simpatica; seconda, accidenti non ne dice una giusta. Indugio sulla simpatia: mi è simpatica perché è tenace, battagliera, sa ridere, se ne fotte delle convenzioni, ribatte muso a muso e non per niente è una che ce l’ha fatta.
Però, nonostante io sia animato dai sentimenti più squisiti eccetera, sono anche un vile. Sono il più vile dei giornalisti attualmente iscritti all’Ordine. E dunque postillo sempre meno Giorgia Meloni perché da qualche tempo lei l’indomani mi manda degli sms vibranti dell’oltraggio subito, e io non sono capace di sostenerli, non ho la forza morale di accettare il dibattito, mi dolgo della piccola grande Giorgia allineata al lacrimificio twitterista e facebookista, in cui ognuno si scopre e dichiara preda dell’odio, e si edifica sul vittimismo e sul compatimento. Va bene Giorgia, quel tizio come un ragazzetto di strada ti ha dato della vacca e della scrofa, non dicendo nulla di te e tutto di sé, e non saprei che altro aggiungere, tantomeno una solidarietà per inerzia.
LA STAMPA