Rinviate le nomine dei sottosegretari, tutti i partiti ora puntano al Tesoro
Draghi si aspettava le liste dei partiti per ieri. Ma il M5S si è rifiutato platealmente di dare anche un solo nome a Garofoli. Una sorta di sciopero bianco in polemica con la decisione di riservare solo 10, massimo 11, posti di sottogoverno ai grillini dopo l’erosione dovuta alle espulsioni tra Camera e Senato. Difficile che la spunteranno, a sentire chi è vicino al premier, ma è il primo segnale di una convivenza che potrebbe non essere così semplice nel perimetro allargato di una coalizione fuori natura.
Prova ne è quello che potrebbe succedere al ministero dell’Economia. Dove tutti i vogliono piazzare una sentinella in vista del piano sul Next Generation Ue. Il Tesoro infatti diventa il cuore della cabina di regia che avrà il compito di gestire i 209 miliardi del Recovery fund e nessuno dei partiti vuole perdere l’occasione di partecipare. Dai due viceministri e due sottosegretari del precedente governo giallorosso, si dovrebbe passare a cinque sottosegretari, uno per ogni forza politica. Ci sarà sicuramente la riconferma di Laura Castelli del M5S mentre nel Pd si discute della sostituzione in quota rosa di Antonio Misiani con Mariangela Madia. La Lega vuole Massimo Bitonci e un posto finirà a Forza Italia. Draghi deciderà a chi destinare l’ultima casella, se a Leu o a Italia Viva. A complicare ancora di più il puzzle ci pensa lo spacchettamento dei ministeri. Proprio al Mef verrà istituita la presidenza del comitato interministeriale per la digitalizzazione, affidata a Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica, che salvo ripensamenti dovrebbe ricevere la delega sulle telecomunicazioni dal ministero dello Sviluppo economico. I due capitoli centrali del Recovery Fund sono verde e digitale. E il Mise guidato da Giancarlo Giorgetti dovrebbe perdere anche la delega all’Energia, che, come annunciato al Quirinale da Draghi, verrà assorbita dal nuovo dicastero della Transizione ecologica di Roberto Cingolani. Da quanto si apprende si è riaperta una discussione, anche perché Giorgetti pare non sia per nulla contento del doppio scorporo.
LA STAMPA
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