Riaperture, settimana chiave: ristoranti e centri sportivi gli osservati speciali. Nei ristori prestiti allungati

L’intenzione è di allungare le scadenze dei prestiti garantiti dallo Stato attraverso la Sace con il programma «Garanzia Italia» e dal Mediocredito Centrale. In quest’ultimo caso, la cui fetta più grossa riguarda i finanziamenti fino a 30 mila euro, in realtà, il periodo di ammortamento è già salito da 10 a 15 anni. Per quanto riguarda la Sace, ha garantito prestiti per 21 miliardi di euro, ma in teoria potrebbe arrivare fino a 200 miliardi. È previsto che il rimborso delle somme avvenga in sei anni, oltre a un preammortamento di tre anni, come previsto dalle regole europee del Temporary Framework. Ma lo stesso regolamento, previa notifica alla Commissione, dà la possibilità di proporre scadenze diverse. A spingere per un allungamento dei rimborsi, è anche Confindustria. In un report del Centro studi di qualche settimana fa, viale dell’Astronomia ha ricordato che nel 2020 il credito bancario alle imprese ha registrato un balzo (+7,4% annuo a ottobre), spinto dai prestiti emergenziali con garanzie pubbliche, arrivati oggi nel complesso a circa 150 miliardi di euro.

L’allungamento delle scadenze servirebbe a dare fiato alle imprese. Nei 37 miliardi messi a disposizione del decreto “scostamento”, 5 erano stati già accantonati per esentare le aziende dal versamento delle tasse congelate durante i vari lockdown e fatte slittare ad aprile. Questa dovrebbe essere una seconda gamba del provvedimento. Mentre la terza riguarderebbe le cartelle esattoriali. Se entro il 28 febbraio non arriverà un nuovo stop alla notifica degli atti, dal primo marzo l’Agenzia delle Entrate, dovrà iniziare a consegnare 54 milioni di raccomandate tra cartelle e avvisi. Nel testo sui ristori c’è un rinvio di altri 2 mesi. Ma se il provvedimento non dovesse arrivare in tempo, è già previsto un nuovo decreto ad hoc. 

IL MESSAGGERO
 

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