C’è l’allarme terza ondata. Scattano le microzone rosse per frenare il contagio
Franco Giubilei
Il fantasma della terza ondata, a seconda ufficialmente ancora in corso, si agita dietro i numeri di Brescia, per cui Guido Bertolaso parla esplicitamente di un nuovo assalto epidemico, il terzo della serie appunto: «La provincia di Brescia ha un’incidenza doppia rispetto al resto delle province lombarde – ha detto parlando al consiglio regionale lombardo -. Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile rispetto all’autunno passato in tutta la regione». Con l’eccezione di Brescia, dove «siamo di fronte alla terza ondata. Uno stato che va aggredito immediatamente». Le rianimazioni soffrono, parte dei pazienti è stata trasferita in zone vicine. Aumento contagi e terapie intensive, Ilaria Capua: “Sono numeri da brivido”
Brescia a parte, i dati lombardi vedono aumentare i ricoveri in terapia intensiva a 408 (più 17 nelle ultime 24 ore), le vittime sono state 43 e i nuovi casi 2.480, ma il tasso di positività è in discesa, dall’8,3% di lunedì al 7% di ieri. Allarmano i numeri del Veneto, dove contagi e ricoveri riprendono a correre dopo il rallentamento di lunedì, quando si erano registrati 509 casi: ieri sono raddoppiati passando a 1.062, mentre le morti sono state 21. Male i ricoveri, con 46 pazienti in più nei reparti non critici degli ospedali, dove sono ospitate 1.255 persone. Crescono anche i malati in terapia intensiva. Era dallo scorso primo gennaio che non si registrava un aumento dei ricoveri, sottolinea il governatore del Veneto Luca Zaia: «Non sottovaluterei questo dato, ci preoccupa. È il primo giorno di risalita». Anche in Piemonte aumentano i ricoveri per il terzo giorno consecutivo (145 i pazienti Covid nelle terapie intensive e 1919 negli altri reparti). Coronavirus, il coordinatore del Cts Miozzo: “Diremo a Draghi che serve prudenza”
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