Il “Sistema” ora ha paura

Alessandro Sallusti

Per il Csm la figura del magistrato «è stata appannata dai suoi comportamenti», ma Marco Mescolini, fino a ieri procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, potrà continuare a fare il magistrato, con l’unica limitazione di non poter esercitare le sue funzioni nel distretto giudiziario di Bologna.

Capito come funziona l’organo di autogoverno della magistratura? Sarebbe come dire che un’ipotesi di reato – quale è quella contestata a Mescolini di aver rallentato indagini sulla sinistra e accelerato quelle su esponenti di centrodestra – vale non in assoluto, ma a livello territoriale. E anche se vogliamo limitarci alla «capacità dirigenziale» il discorso non cambia. Che Mescolini vada pure a fare danni altrove, perché non è che uno diventa meno fazioso o più capace solo perché, che ne so, da Reggio si trasferisce a Latina.

Non c’è verso di uscirne: il «Sistema» raccontato da Luca Palamara – dalle cui rivelazioni nasce il caso Mescolini – nell’omonimo libro-intervista con il sottoscritto, non molla di un millimetro la sua presa sulla regolare vita democratica del Paese. E non basta, a mio avviso, la logica spiegazione della spontanea autodifesa

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