RICERCA: CON SPERIMENTAZIONE CLINICA RISPARMIO 700 MLN PER SSN
Presentato oggi Intergruppo parlamentare, presidente ex ministro Lorenzin
Iardino (Fond. The Bridge): “Creare condizioni per maggiore competitività”Lorenzin (presidente Intergruppo parlamentare): “Senza sperimentazione non si fa scienza”
Oltre 700 milioni di euro di vantaggio economico complessivo per il Servizio Sanitario Nazionale, con 2.200 di risparmio per il minore uso di farmaci a fronte di ogni 1.000 euro investiti dalle aziende farmaceutiche nei trial clinici. Sono alcuni dei dati presentati oggi nel corso dell’incontro al Centro Studi Americani sull’importanza della sperimentazione clinica in Italia, organizzato dalla Fondazione The Bridge in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare appena costituito.
L’Integruppo sulla sperimentazione clinica, guidato dalla presidente Beatrice Lorenzin (Pd), lavorerà per vigilare sull’attuazione dei decreti mancanti nell’ottica della deburocratizzazione e della semplificazione delle procedure; stanziare adeguate risorse finalizzate all’implementazione del Regolamento Europeo; favorire interventi strutturali per portare ad un incremento del numero degli studi clinici; creare e stabilizzare le infrastrutture di ricerca; implementare percorsi formativi specifici e valorizzare i professionisti che operano nella ricerca clinica presso i centri sperimentali.
“Questo anno di pandemia dovuta al Covid-19 ci ha mostrato plasticamente la necessità di promuovere e supportare in maniera concreta e ancor più decisa la ricerca clinica profit e non profit nel nostro Paese. Dobbiamo creare le condizioni per rendere maggiormente competitivi a livello sovranazionale i processi di ricerca clinica e sensibilizzare sul tema dell’attrazione di investimenti, per generare un miglioramento dell’offerta e dell’assistenza sanitaria ai cittadini”. ha affermato Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge.
“Avere i farmaci del futuro in anticipo – ha proseguito Iardino – non significa solo anticipare i tempi di potenziali benefici per i pazienti in trattamento ma anche imparare la corretta gestione delle nuove terapie che saranno presto disponibili sul mercato. E significa anche evitare la spesa per farmaci considerati ‘standard’ a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ricevere fondi economici potenzialmente utilizzabili per nuove risorse all’interno delle strutture sanitarie e, infine, garantire il confronto aperto con Società scientifiche, aziende farmaceutiche e pazienti per orientare in maniera determinante quelle scelte politiche da cui dipende il futuro del Paese”.
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