L’Rt in Italia è a 0,99: cinque Regioni a rischio alto. «Servono nuove misure»

Sono Lombardia, Abruzzo, Marche, Piemonte e Umbria le cinque regioni a rischio epidemiologico alto secondo i dati del monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità: un dato in netto peggioramento rispetto alla scorsa settimana (quando c’era una sola Regione in questa categoria).

I dati — che rivelano come l’Rt medio, in Italia, sia stabile, a 0,99: ma anche come in 10 Regioni l’indice di contagio abbia già superato quota 1 — spingono la Cabina di Regia tra Ministero della Salute e Iss a inserire nel report l’indicazione di una «necessità di ulteriori urgenti misure di mitigazione» sia sul territorio nazionale sia, a carattere di contenimento, «nelle aree a maggiore diffusione», per evitare un sovraccarico dei servizi sanitari.

Questi nel dettaglio i dati dell’indice Rt nelle diverse Regioni e province autonome: Abruzzo, 1.13; Basilicata, 1.51; Calabria, 1.01; Campania, 1.04; Emilia Romagna, 1.1; Friuli Venezia Giulia, 0.83; Lazio, 0.94; Liguria, 0.94; Lombardia, 0.82; Marche, 0.98; Molise, 1.11; Piemonte, 1.02; provincia autonoma di Bolzano, 0.92; provincia autonoma di Trento, 1.07; Puglia, 0.95; Sardegna, 0.68; Sicilia, 0.71; Toscana, 1.19; Umbria, 1.07; Valle D’Aosta, 0.94; Veneto, 0.97.


«Evitate i contatti con persone al di fuori del nucleo abitativo»

«È fondamentale — si sottolinea — che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile».

Secondo il report, queste misure vanno prese «alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza su tutto il territorio italiano».

Nel monitoraggio viene evidenziato anche come l’età mediana dei casi di Covid diagnosticati è diminuita a 44 anni.

I dati del monitoraggio consentiranno al ministero della Salute, guidato da Roberto Speranza, di stabilire i nuovi «colori» delle Regioni, che dovrebbero essere comunicati oggi attraverso specifiche ordinanze.

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