Covid e le varianti, si va verso la chiusura delle scuole
In attesa della valutazione del Cts alcune regioni stanno decidendo di anticipare i tempi. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha dichiarato che da lunedì saranno a distanza le lezioni in tutti gli istituti. Il provvedimento resterà in vigore fin quando tutti coloro che lavorano in ambito scolastico della regione, non saranno immunizzati. «Prima dobbiamo completare la vaccinazione del personale e poi parleremo di riapertura», spiega De Luca, annunciando «la possibilità di completare le somministrazioni agli operatori scolastici per marzo». Il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli ha disposto la didattica a distanza per gli studenti delle scuole secondarie fino al 5 marzo (giorno di scadenza dell’attuale Dpcm). Nelle sole province di Ancona e Macerata la stessa modalità in Dad al 100% riguarderà anche le seconde e terze classi delle scuole medie. A distanza tutte le scuole pugliesi dove il Tar ha bocciato il ricorso di un gruppo di genitori che voleva opporsi alla decisione del presidente Michele Emiliano. Infine niente lezioni in presenza neppure in Basilicata e Molise che da lunedì saranno regioni rosse. Restrizioni che si aggiungono a quelle già decise in tutte le scuole di una parte della Lombardia e alle superiori di Bologna. «Con sofferenza direi di sì” alla didattica a distanza “alle superiori per tutto il Paese – ammette in un’intervista a Sky Tg24, Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano. Galli ha precisato che «la diffusione del virus è importante anche nelle elementari, ma su queste farei un discorso molto per zone, per quelle più colpite».
Di fronte a questo scenario che richiude in casa adolescenti e anche alunne e alunni della primaria si apre il problema genitori. Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl scuola chiede «una zona rossa con chiusura di tutte le scuole ma anche misure specifiche per tutelare i genitori che devono conciliare gli impegni con i figli e il lavoro». Pino Turi, segretario generale della Uil scuola sottolinea che «i nodi stanno venendo al pettine, ora non resta che fare la corsa al vaccino per mettere in tranquillità il personale». Per il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini «per evitar e una terza ondata servono dati certi sull’impatto della scuola».
LA STAMPA
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