L’asse tra Grillo e l’ex premier per depotenziare Casaleggio
Federico Capurso
ROMA. Giuseppe Conte sarebbe pronto a guidare i Cinque stelle, ma ne vorrebbe prima parlare con Beppe Grillo e con i colonnelli del Movimento, faccia a faccia, per mettere in chiaro il suo ruolo e le tappe del progetto di rifondazione del partito. L’incontro era stato organizzato, ma adesso rischia di saltare. Si sarebbe dovuto tenere domani a villa Corallina, la residenza toscana di Grillo in riva al mare di Bibbona, alla presenza di Luigi Di Maio, Roberto Fico, Paola Taverna, Alfonso Bonafede e pochi altri eletti. Il fondatore aveva raccomandato l’assoluto silenzio ai suoi ospiti, non voleva giornalisti assiepati ai cancelli, ma quando si è reso conto che poche ore dopo aver fissato l’appuntamento la notizia era già di dominio pubblico, è andato su tutte le furie. «Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere», ha tuonato su Twitter, citando Ludwig Wittgenstein. E così, niente conclave.
Nel peggiore dei casi, «è solo rimandato – spiega però uno degli invitati -, non possiamo permetterci di perdere altro tempo». L’ex premier, d’accordo con Grillo, ha bisogno di aprire il nuovo cantiere M5S intorno a un perimetro chiaro e di farlo in fretta. La struttura del nuovo Movimento dovrà essere più solida e articolata di quanto non lo sia ora. L’ipotesi è quella di affiancare alla figura di Conte due vice con deleghe precise, che lo sgravino di alcuni pesi organizzativi, come la gestione interna al partito e quella dei territori. Si dovrà discutere, poi, dell’opportunità di mantenere la segreteria politica a 5 appena varata dagli iscritti. I maggiorenti M5S vorrebbero preservarla, per evitare ulteriori strappi con la base e aggiungere un utile filtro alla catena di comando. Grillo l’ha messa in sospeso, ma non è affatto una bocciatura. Inizia a circolare anche l’idea di cambiare nome e simbolo del Movimento, con l’obiettivo nascosto – nel caos della rivoluzione – di far saltare la regola dei due mandati. «Qualcuno vorrebbe, ma prima dobbiamo decidere tante altre cose, tra cui la nostra futura collocazione politica», spiega chi sta lavorando alla riorganizzazione.
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