Ma magari Sasso avesse letto (e studiato) Topolino!

Ma magari Sasso avesse letto (e studiato)

Ma magari l’avessero letto, e studiato, Topolino!

Magari ne avessero assorbito anche soltanto le parole: il lessico più vario, ricco e raffinato che si sia mai visto negli album illustrati, e persino in tanta narrativa contemporanea.

Fidatevi: se da piccoli, o anche da grandi, avessero letto davvero Topolino, oggi avremmo tutta un’altra classe politica (e forse certi partiti fondati sulla più rozza e ignorante propaganda razzista e sovranista nemmeno esisterebbero).

Per cui, no, vi prego: non dileggiate Rossano Sasso, leghista (meridionale: al momento la variante più incredibile del leghismo) neo sottosegretario all’Istruzione che nel suo trionfale tweet cita Topolino convinto di citare Dante, dicendo che «umpf, quello è Topolino». Perché così fareste un torto a Topolino, e pure a Dante.

Con tutta evidenza, chi li confonde non ha letto né l’uno né l’altro, ma più probabilmente è inciampato in qualche citazione in rete e l’ha riportata senza farsi domande (ovvero, proprio quello che non si dovrebbe fare, mai).

Che poi, come si possa solo pensare che «Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto» sia Dante è un mistero glorioso: basta aver letto anche una sola terzina per capire che i conti non tornano, e non può proprio essere vero. E peraltro «chi si ferma è perduto» è motto ben più inquietante, uno dei più citati del Ventennio (Mussolini lo ululò alla folla di Genova nel discorso del 14 maggio 1938).

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