Dpcm: seconde case, spostamenti, parrucchieri, palestre: cosa cambia. Misure fino a Pasquetta

di Alberto Gentili

Sarà una Pasqua blindata. Nelle ore in cui la pandemia torna a ringhiare cavalcando la varianti, il governo scrive il nuovo Dpcm. Ma pur nel rispetto del principio del «rigore» e della «massima prudenza» per arginare il virus e le sue mutazioni, Mario Draghi dà un segnale di speranza: su richiesta del responsabile della Cultura Dario Franceschini dal 27 marzo i cinema e i teatri in zona gialla potranno riaprire. Dalla stessa data – «sempre se la situazione non dovesse precipitare», dice un ministro – sarà anche possibile visitare i musei anche durante i week end (ma solo con appuntamento). 

Vaccinazioni per fasce demografiche
Infogram


Per il resto, il Dpcm che sarà varato lunedì e regolerà la vita degli italiani fino a Pasquetta, non conterrà alcun allentamento delle misure. Anzi. A dispetto degli appelli aperturisti di Matteo Salvini, il provvedimento sarà ancora più duro di quello sottoscritto da Giuseppe Conte il 14 gennaio: lo sci e le settimane bianche resteranno proibite e sarà confermato il nuovo divieto (introdotto lunedì) di far visita a parenti e amici che risiedono in zona rossa. Non viene invece rinnovata per la zona gialla la raccomandazione di «non ospitare in casa persone non conviventi», più che altro perché inapplicata e inapplicabile. Inoltre chi vive in zona rossa non potrà più andare dal parrucchiere o dal barbiere.


Durante la lunga riunione della cabina di regia presieduta da Draghi, con Roberto Speranza (Salute) Mariastella Gelmini (Regioni), Daniele Franco (Economia), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo), Stefano Patuanelli (Agricoltura), Elena Bonetti (Famiglia) e Franceschini, sono stati analizzati gli ultimi dati. Soprattutto l’impennata dei contagi sopra quota 20mila (come a inizio gennaio) a causa delle varianti e il “bollettino di guerra” dai territori: decine di Comuni, Province e due Regioni (Basilicata e Molise) in zona rossa.
Così il governo ha deciso che, «sulla base di questi dati oggettivi», va «tenuta alta la guardia». Da qui un Dpcm che conferma le misure attualmente in vigore. Con alcuni giri di vite ulteriori. E che potrebbe essere inaspriti se, come temono i virologi, la situazione dovesse peggiorare a causa della diffusione delle varianti che hanno un indice di contagio del 39% maggiore rispetto al ceppo originario del Covid-19. Non a caso anche la riapertura di cinema e teatri il 27 marzo è sub iudice. Verrà confermata se la curva dell’epidemia lo consentirà: tra due settimane il Cts sarà chiamato a dare il via libera definitivo. E sempre il Cts dovrà dire se le scuole possono continuare (dove lo sono) a restare aperte.

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