Papa Francesco, il libro: «Verrà un nuovo Diluvio se non cambiamo strada sul clima e i ghiacciai»
L’ira distrugge. L’ira è una tempesta il cui scopo è distruggere. Pensiamo al bullismo fra i giovani.
Il bullismo oggi è terribile. È molto presente nelle scuole. Anche i
piccoli hanno la capacità di distruggere l’altro. (…) Il bullismo
nasce quando invece di cercare la propria identità si sminuisce e si
attacca l’identità altrui. E quando nei gruppi giovanili, a scuola, nei
quartieri avvengono episodi di aggressione, di bullismo, si vede la
povertà dell’identità di chi aggredisce.
L’unico modo per «guarire» dal bullismo è condividere,
vivere insieme, dialogare, ascoltare l’altro, prendersi del tempo
perché è il tempo che fa la relazione. Ognuno di noi ha qualcosa di
buono da dare all’altro, ognuno di noi ha bisogno di ricevere qualcosa
di buono dall’altro.
L’ira di Dio
L’ira di Dio è contro l’ingiustizia,
contro Satana. È rivolta contro il male, non quello che deriva dalla
debolezza umana, ma il male di ispirazione satanica: la corruzione
generata da Satana, dietro al quale vanno singoli uomini, singole donne,
intere società. L’ira di Dio intende portare giustizia, «pulire».
Il diluvio è il risultato dell’ira di Dio,
lo dice la Bibbia. È una figura dell’ira di Dio, che secondo la Bibbia
ha visto troppe cose brutte e decide di cancellare l’umanità. Quello
biblico, secondo gli esperti, è un racconto mitico. (Adesso spero che
qualcuno non sostenga che il Papa ha detto che la Bibbia è un mito!) Ma
il mito è una forma di conoscenza. Il diluvio è un racconto storico,
dicono gli archeologi, perché hanno trovato tracce di un’inondazione nei
loro scavi.
Un diluvio grande, forse a causa di un innalzamento
della temperatura e dello scioglimento dei ghiacciai: quello che
succederà adesso se proseguiamo sulla stessa strada. Dio ha scatenato la
sua ira, ma ha visto un giusto, l’ha preso e l’ha salvato.
La storia di Noè dimostra che l’ira di Dio è anche salvatrice.
La prudenza
Per alcuni la prudenza sarebbe una virtù pura, senza contaminazione. È come se fosse un ambiente sterilizzato. La prudenza però è la virtù del governo. Non si può governare senza prudenza, anzi. Chi governa senza prudenza governa male e fa cose brutte, prende decisioni cattive, che distruggono il popolo, sempre. La prudenza nel governo non è sempre equilibrio. Talvolta la prudenza dev’essere squilibrata, per prendere decisioni che producano un cambiamento. Però la prudenza è una virtù essenziale per chi governa: gli uomini sono passionali, e c’è bisogno di qualcosa che ci dica «Fermati, fermati a pensare». Non è così facile avere prudenza. Ci vuole tanta riflessione, tanta preghiera, ma soprattutto ci vuole empatia. L’asettico, diciamo quello che non si sporca mai, quello che si lava nel disinfettante, non è il vero prudente. La prudenza va di pari passo con la simpatia, con l’empatia, per le situazioni, le persone, il mondo, i problemi (…)
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