Covid, contagi, la curva risale, nel Lazio +30% di casi, spaccatura sulle scuole
Se resta
ancora da sciogliere il nodo materne ed elementari, sono invece tutte
confermate le altre parti del decreto che non portano certo a una svolta
aperturista. Al contrario: confermato il sistema dei colori, respinta
la proposta di riaprire i ristoranti di sera. Ricapitolando: le nuove
limitazioni resteranno in vigore fino al 6 aprile, dunque anche per
Pasqua, resta il divieto di spostamento tra Regioni, si conferma il
meccanismo dell’”arancione scuro”, stop a parrucchieri e barbieri nelle
aree rosse.
IL PERCHÉ DELLA PRUDENZA
Ma perché c’è
questa linea della prudenza? Basta guardare i numeri per avere una
risposta. Ieri i nuovi casi positivi sono aumentati del 36 per cento
rispetto al lunedì di sette giorni prima. I ricoveri in una settimana
sono passati da 20.273 a 21.401, le terapie intensive occupate da
pazienti Covid sono 2.289, 171 in più di lunedì scorso. Ancora: negli
ultimi sette giorni i casi registrati sono stati 119.558, con un
incremento, rispetto alla settimana precedente, del 33 per cento. Dalle
Regioni ogni giorno scatta un allarme e non solo dall’Umbria e
dall’Abruzzo che per prime hanno affrontato l’emergenza delle varianti.
Ad esempio il Lazio, che pure è ancora giallo e ha l’indice di
trasmissione sotto 1, ha un incremento settimanale di nuovi casi del 30
per cento.
Su base nazionale c’è una lieve flessione
del numero dei morti (1.953 nell’ultima settimana, 2.157 quella
precedente) ma bisognerà capire se, come è sempre successo, l’incremento
dei decessi arriverà con qualche settimana da ritardo rispetto a quello
degli infetti, o se al contrario avere somministrato almeno la prima
dose a molti ultra ottantenni e agli operatori sanitari, eviterà questo
contraccolpo.
Questo è lo scenario che ieri ha fatto dire al ministro della Salute, Roberto Speranza: «Sarebbe bello dire che è tutto finito e che siamo in una fase diversa, ma la più grande responsabilità di chi rappresenta le istituzioni è dire come stanno le cose. E la verità è che le prossime settimane non saranno facili».
IL MESSAGGERO
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