L’uomo che parla con i fatti
Una sfida per noi e per lui. Per noi è una provocazione, che nell’epoca dell’effimera comunicazione social dovremo però meritarci. La sindrome del pifferaio magico era in fondo un po’ comoda per tutti, al pifferaio ma anche ai topi, che si illudevano di aver trovato una soluzione facile ai loro problemi. Sarà una sfida anche per lui, o per lo meno per chi gli sta attorno e condivide con lui la responsabilità delle scelte più difficili (citofonare, i partiti). Per adesso Draghi non deve inseguire popolarità o consenso, ma alla lunga la tattica della Sfinge è scelta ardua. Un suo predecessore, Mario Monti, ebbe un debutto simile ma non resse all’eremitaggio comunicativo, prese in braccio un cagnolino in tv e tutto finì. Forse il precedente ravvicinato darà la forza a Draghi di non commettere l’eventuale nuovo errore.
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