Scuola: in 24 province contagi oltre il limite. E Trento e Bolzano dicono no alle chiusure

Oltre a Basilicata e Molise che sono già «rosse», secondo la simulazione di YouTrend (sui dati del bollettino della protezione civile e non su quelli dell’Iss che conteggiano solo i tamponi molecolari), sono 24 le Province in cui i governatori potrebbero proporre la chiusura di tutte le scuole: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Chieti, Como, Forlì, Frosinone, Imperia, Macerata, Mantova, Modena, Monza e Brianza, Pescara, Pistoia, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Salerno, Siena, Trento, Udine, Verbano-Cusio-Ossola. E ce ne sono altri venti in cui i contagi sono già oltre i 200 ogni 100.000 abitanti e tra questi c’è anche Milano, insieme ad Arezzo, Ascoli Piceno, Caserta, Cremona, Cuneo, Ferrara, Gorizia, Lecco, Lucca, Massa-Carrara, Napoli, Parma, Pavia, Perugia, Prato, Taranto, Torino, Varese, Vercelli.

I dubbi

Anche nel governo ci sono voci dubbiose sulla scelta. Italia Viva, con Teresa Bellanova e Gabriele Toccafondi non è d’accordo con la misura: «Abbiamo sempre detto che la scuola a distanza non aiuta i ragazzi. E non si possono tenere a casa quando si garantisce che i negozi possono restare aperti». E anche M5s con Gianluca Vacca chiosano: «Si poteva fare qualcosa di più». Mentre Matteo Salvini plaude alle decisioni: «Se lo dice la comunità scientifica i ragazzi si lasciano a casa».

Prolungare l’anno?

Il ministro Speranza promette che ci sarà una riflessione sulle misure da prendere per la fine dell’anno – si era parlato di allungare il calendario – e il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli spiega che si può valutare se vaccinare in futuro anche i più piccoli. La ministra Gelmini annuncia aiuti alle famiglie, ma le chiusure provocano reazioni contrastanti nel mondo della scuola. Anita, la ragazzina simbolo del no alla Dad annuncia che tornerà in piazza e così le mamme del movimento Priorità alla scuola si stanno preparando ad «un mese di proteste e ricorsi». E Save the children pubblica un rapporto inquietante: da settembre nelle regioni del Nord – si legge – i ragazzi sono andati a scuola il doppio dei giorni rispetto ai ragazzi del Sud. Gli studenti delle scuole medie a Napoli sono andati a scuola 42 giorni su 97 mentre quelli di Roma sono stati in classe per tutti i 108 giorni previsti.

CORRIERE.IT

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