“Ospedali di nuovo in emergenza. Ecco che cosa abbiamo sbagliato”
di ALESSANDRO BELARDETTI
Torna l’allarme nelle strutture ospedaliere per i malati Covid: altri 38 pazienti in Terapia intensiva e altri 458 ricoveri nei reparti. La soglia critica è a un passo: nuovamente. Le Rianimazioni sono piene al 25,4% (dove l’allarme rosso scatta al 30%) e i ricoveri ordinari al 30,7% (dove l’emergenza è fissata al 40%). Come siamo arrivati fino qui? Dopo oltre un anno di pandemia, è stato fatto abbastanza per potenziare gli ospedali? Che cosa manca ancora?
“Il potenziamento delle strutture ospedaliere, seppur in maniera non omogenea, è stato effettuato in tutte le Regioni (passando da 5.324 posti in Rianimazione a 9.156 attivabili) – risponde il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta –. Ma è un collo di bottiglia che non si può espandere all’infinito, soprattutto per un problema di risorse umane. Medici specialisti e infermieri esperti non si formano in pochi mesi”.
Che cosa si è sbagliato nella gestione della scuola?
“Abbiamo puntato tutto su sanificazione, distanziamento e mascherine e quasi nulla su areazione e umidificazione dei locali, fattori determinante per la diffusione del contagio negli ambienti chiusi”.
Quanto incidono le varianti in questa risalita della curva?
“Le varianti hanno impresso un’accelerazione, visto che l‘ultimo report dell’ISS documenta da metà gennaio un netto incremento dei casi negli under 20, fascia di età nella quale le varianti circolano di più”.
Come è possibile che gli ospedali rischiano nuovamente di collassare?
“Quando i contagi risalgono, la scialuppa di salvataggio non sono i posti letto in area medica e in terapia intensiva, ma il sistema di tracciamento e isolamento dei contatti positivi, di fatto saltato all’inizio della seconda ondata. E quando crolla l’argine territoriale l’ondata si riversa negli ospedali, visto che il 5% degli attualmente positivi viene ricoverato e lo 0,5% finisce in terapia intensiva. Le percentuali sono basse, ma quando il numero dei casi aumenta vertiginosamente gli ospedali vanno in tilt. E oggi il numero degli attualmente positivi ha superato i 425mila ed è in rapida crescita”.
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