Decreto Sostegno, alle imprese ristori dal 15 al 30% del calo di fatturato

di Andrea Ducci

Un pacchetto di interventi per un valore di 32 miliardi di euro. Sono le risorse che l’esecutivo guidato da Mario Draghi intende destinare al decreto Sostegno, il provvedimento che rimpiazza la quinta versione del decreto Ristori a cui già stava lavorando il governo Conte. L’obiettivo è arrivare a un testo definitivo, con l’elenco degli aiuti per imprese, partite iva e famiglie, nell’arco dei prossimi dieci giorni. Anche ieri il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è stato a Palazzo Chigi, per un confronto con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e la messa a punto dei vari interventi. Nella bozza che sta prendendo forma figurano misure per finanziare con 2 miliardi il piano vaccinale, nella lista anche la proroga del blocco dei licenziamenti fino a giugno, l’estensione della cassa integrazione Covid per l’intero 2021, congedi parentali (200 milioni le risorse a disposizione) per i genitori degli alunni che fanno didattica a distanza, la sospensione delle nuove cartelle fiscali fino al 30 aprile (ipotesi di stralcio per le cartelle fino a 5mila euro), e i ristori per 2,7 milioni di attività colpite dalla crisi. Il sussidio a favore delle imprese più danneggiate dalla pandemia è, del resto, oggetto di una lettera che la leader di FdI, Giorgia Meloni, ha scritto al premier Draghi per suggerire la sospensione del cashback e di destinare ai ristori i circa 5 miliardi che si risparmierebbero. «Chiediamo — specifica Meloni in un passaggio della lettera — che, già nel primo provvedimento del suo Governo a sostegno del mondo produttivo, i cinque miliardi stanziati per il cashback siano meglio utilizzati per dare respiro alle imprese in difficoltà, sostenere il tessuto produttivo e tutelare i posti di lavoro. In altre parole, la nostra proposta è di sospendere il cashback e aggiungere queste risorse, pari a circa 5 miliardi, al decreto destinato ai ristori». Il suggerimento è seguito da un appello: «Ci auguriamo che la sua concretezza prevalga, e che sia così possibile modificare un provvedimento inutile e sbagliato».

Quattro fasce di indennizzo

In attesa della risposta la bozza del decreto contiene già lo schema che il governo intende adottare per i ristori. L’intenzione è di destinare risorse a fondo perduto a 2,7 milioni di attività, tra imprese e professionisti, con un fatturato fino a 5 milioni di euro. Il ristoro non sarà più erogato in base ai codici Ateco, che definiscono le attività, ma sulla base del calo del fatturato calcolato sull’annualità. L’indennizzo spetta alle attività che dimostrino una perdita del 33% nel 2020 rispetto al 2019, calcolata sul confronto tra la media mensile del fatturato del 2019 e la media di quello 2020. Lo schema prevede 4 fasce di indennizzo: il 30% di quanto perso alle imprese e i professionisti con un fatturato fino a 100 mila euro annuo, il 25% alle attività con un fatturato da 101 a 400 mila euro, il 20% della perdita per chi ha un fatturato da 401 a 1 milione l’anno e al 15% per imprese da 1 a 5 milioni.

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