Vaccino, ecco il piano, il generale Portolano: «Pronti a immunizzare porta a porta»
di Cristiana Mangani
Libano, Balcani, Afghanistan,Iraq, Iran: non c’è missione che il generale Luciano Portolano non abbia pianificato e diretto. Ed è sempre lui, come comandante del Coi (il Comando operativo di vertice interforze) a gestire quei militari che il ministro Lorenzo Guerini ha schierato per contrastare la pandemia.
Generale Portolano, cosa è cambiato da gennaio dello scorso anno quando i militari sono entrati in campo per dare battaglia al virus?
«Nella
prima fase la Difesa ha fornito un concorso importante in termini
qualitativo e quantitativi di mezzi, materiali, personale, esperienza, e
supporto sanitario. Poi c’è stata l’estate, e un periodo di apparente
stasi, durante il quale abbiamo lavorato sull’esperienza maturata,
sviluppando piani di contingenza proprio in vista di una seconda
possibile ondata».
Seconda ondata che non si è fatta attendere.
«Purtroppo
era prevedibile e, su input del ministro Guerini, abbiamo messo in
campo l’Operazione Igea, capace di esprimere fino a 200 Drive through
difesa su tutto il territorio nazionale. Ieri erano attivi 142, ma
cambiano di giorno in giorno, alcuni sono stati chiusi perché non c’è
affluenza. Si tratta di operazioni molto fluide, molto dinamiche. E
quello che è vero oggi non è detto che valga domani. Per questo motivo
il mio team è costantemente in contatto con tutti gli organismi
nazionali, per poter adeguare la pianificazione alla situazione
contingente».
Gli ultimi dati parlano di un continuo
aumento dei contagi. È possibile immaginare, così come è avvenuto in
Israele, di poter effettuare anche una vaccinazione “porta a porta”?
«L’operazione
Eos, naturale evoluzione dell’Operazione Igea, disciplina proprio il
piano di vaccinazione nazionale. Molti dei Dtd già in campo sono stati
rimodulati per effettuare le somministrazioni del siero. E ciò viene
fatto su indicazione delle Aziende sanitarie locali. Siamo andati nelle
Rsa, negli ospedali civili. E su richiesta del ministero della Salute,
potremmo anche supportare l’attività di vaccinazione nelle scuole, negli
uffici, e dove sarà necessario su tutto il territorio nazionale,
compatibilmente con le risorse disponibili. Nello stesso tempo siamo e
continueremo a essere impegnati nella ricezione, lo stoccaggio, la
conservazione e la distribuzione dei vaccini nell’hub centrale di
Pratica di Mare. Un’operazione che può apparire semplice ma che, invece,
risulta essere molto complessa. E richiede la presenza di molteplici
attori. Abbiamo, a esempio, un ufficiale esperto della catena del
freddo, che ha il compito di controllare che tutto sia in regola nel
rispetto della tenuta dei vaccini».
Come potrebbe avvenire concretamente la vaccinazione “a domicilio”?
«Quello
che abbiamo fatto con le Rsa prevede la famosa trasformazione dei Drive
through in Nuclei vaccinali mobili, per cui se ci viene richiesto dalle
istituzioni preposte – pur non riuscendo a soddisfare tutte le
richieste nazionali -, il nostro concorso ci sarà sempre e costituirà un
importante valore aggiunto. Oltre a questi rimarranno i centri
vaccinali fissi come la Cecchignola a Roma e a Milano».
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