Piano vaccini, Figliuolo: “Usare tutti i siti utili”. Speranza: “Estendere Astrazeneca agli over 65”

La ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini ha ribadito l’importanza di «aumentare i vaccini in modo uniforme sul territorio, senza disparità» e proteggere «tutti quei nostri connazionali che vivono una situazione di disabilità e, insieme alle loro famiglie, hanno pagato un prezzo durissimo ai lockdown». «Dobbiamo proteggere gli operatori per esempio delle case famiglia che accolgono persone con disabilità e si cerca cura di queste persone – ha aggiunto -. Abbiamo il dovere morale di mettere in sicurezza quanto prima nostri concittadini».  I vaccini anti-Covid in arrivo: 237 sperimentazioni nel mondo, 64 in fase avanzata

Per velocizzare le tempistiche nelle città, tra le ipotesi al vaglio c’è quella di utilizzare grandi centri vaccinali, strutture già pronte all’utilizzo e in grado di fare numeri elevati. Come centri congressi, fiere, parcheggi di centri commerciali e le aree delle stazioni. Altra possibilità è quella di permettere di vaccinare sul posto di lavoro, come anticipato ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Sarebbe realizzabile in aziende in cui è presente un medico. Mentre per le piccole imprese potrebbe essere messa disposizione la rete degli ambulatori dell’Inail, dove si effettuano già le visite per le cause di lavoro. Il professor Galli: “No vaccino no party. Produzione italiana? Bisognava pensarci in estate invece di riaprire le disco”

Invece per i piccoli centri di montagna, i paesi isolati o le persone che hanno difficoltà di movimento si punta sui medici di famiglia. Anche se i governatori sono preoccupati «per le estenuanti trattative» per il reclutamento dei medici di base per la somministrazione dei vaccini. Toscana e la Liguria sono capofila di queste perplessità, con i governatori Giani e Toti che chiedono di «semplificare le procedure». In particolare il presidente ligure, auspica «moduli standard» che tuttavia «richiederebbero una legge ad hoc». Tante infatti, secondo i governatori, le difficoltà: dagli ambulatori troppi piccoli, al costo degli infermieri da reclutare fino alle persone a cui somministrare il vaccino, se esclusivamente i propri mutuati o tutti.

Infine, ruolo fondamentale anche quello della Protezione civile che nelle zone più remote del Paese potrebbe intervenire con esercito e volontari in grado di montare strutture mobili.

Ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti, come sottolinea il presidente dell’Associazione Comuni (Anci) Antonio Decaro. «Per accelerare la vaccinazione di massa ci vogliono i sieri, i luoghi adatti e personale che li somministri. Ci preoccupano i tempi della campagna di massa. La pressione dei cittadini che aspettano il loro turno è giustamente forte. Ma la somministrazione procede ancora con lentezza». «Questo non è un tempo ordinario. È un tempo straordinario – ha proseguito Decaro, che è anche sindaco di Bari –. E dunque straordinarie devono essere le risorse, straordinario l’impegno , straordinarie le procedure. Chiediamo una regia unica nazionale per individuare le strutture adatte come gli auditorium, le palestre, i palazzetti dello sport».

LA STAMPA

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