2,8 miliardi per vaccini e terapie anti-Covid
Una fetta consistente dei soldi che saranno spesi per i farmaci (400 milioni) andrà quindi all’acquisto di “farmaci con anticorpi monoclonali”. Questi farmaci non sono ancora registrati in Europa, ma il Governo stima che potrebbero essere utilizzati nei prossimi 3-4 mesi. Nello specifico – come si legge nella bozza – sono farmaci “utili per la cura dei pazienti che presentano sintomi leggeri, e pertanto, destinati ad una platea più vasta di pazienti rispetto ai pazienti che presentano la polmonite e che, pertanto, sono candidati al trattamento con il Remdesivir (pari a circa 250 al giorno)”. Per il trattamento con farmaci con anticorpi monoclonali, si stimano numeri 5-10 volte superiori rispetto a quelli da trattare con il Remdesivir, pertanto, mille o duemila pazienti al giorno per ridurre contagi e ricoveri.
I soldi per rendere la macchina dei vaccini più veloce
La bozza specifica la destinazione dei soldi stanziati per la macchina dei vaccini. I 388 milioni a disposizione saranno suddivisi così: 196 milioni per le attività di stoccaggio e di somministrazione delle fiale, 120 milioni per le “attività di logistica funzionali alla consegna dei vaccini”. In questo ambito rientrano le spese per coprire i costi di consegna dei vaccini, delle siringhe, degli aghi e del cloruro di sodio, ma anche dei kit di spedizione. E poi 39 milioni andranno all’acquisto di “beni consumabili necessari per la somministrazione dei vaccini, mentre 33 milioni serviranno al “supporto informativo e le campagne di informazione e sensibilizzazione.
Lo schema: l’hub nazionale di Pratica di mare e i luoghi di somministrazione capillari (uno ogni 40mila abitanti)
Due grandi “tipologie di infrastrutture”: l’hub nazionale di Pratica di mare e “i luoghi di somministrazione su tutto il territorio nazionale”. L’hub è l’unico punto per stoccare tutte le dosi di vaccini che provengono dalle diverse case farmaceutiche. Gli spazi sono quelli del ministero della Difesa, ma il Governo mette in evidenza come sono “completamente da allestire e rendere adeguati a contenere farmaci”. Viene ricordato che ogni vaccino prevede modalità di conservazione differenti per quanto riguarda le temperature e quindi l’allestimento dell’hub richiede una serie di dotazioni differenziate in funzione delle diverse condizioni di stoccaggio e conservazione. Quindi 50mila euro per l’allestimento dei container nell’hangar, 1,6 milioni per 130 armadi refrigerati, 650mila euro per l’abbattimento delle piastre ad azoto liquido, 600mila per la progettazione dell’infrastruttura, 500mila euro per le utenze, 12,3 milioni per materiali di consumo.
La gamba della somministrazione su tutto il territorio nazionale prevede la progettazione, il montaggio e l’allestimento dei luoghi dove verranno somministrati i vaccini. La capillarità ipotizzata è un luogo ogni 40mila abitanti. In alcuni casi strutture già esistenti, che però “dovranno essere allestite con le dotazioni necessarie”. In altri casi saranno predisposte nuove strutture temporanee, tra 21 e 1.200. La scelta tra la prima e la seconda tipologia sarà effettuata tenendo conto delle disponibilità e dei fabbisogni effettivamente presenti nei diversi territori.
Il ruolo dei medici di famiglia
Il bando predisposto per reclutare 3.000 medici e 12mila tra infermieri e assistenti sanitari non è andato bene. Per i medici sono arrivate candidature oltre le previsioni, mentre per gli infermieri e gli assistenti sanitari le domande sono state molto inferiori alle attese. Una scarsa disponibilità di queste figure ha comportato una riduzione delle somministrazioni. Il target indicato a dicembre prevedeva la somministrazione di 120 milioni di dosi in nove mesi in modo da assicurare la vaccinazione di 60 milioni di cittadini (considerato che ogni vaccino richiede l’inoculazione di due dosi). Ma è saltato. All’esito del reclutamento, l’ex commissario all’emergenza ha rivisto l’obiettivo, portato a 63,9 milioni di dosi e 31,9 milioni di cittadini da vaccinare nello stesso arco temporale. Per riallineare il tutto servono i medici di famiglia. Quindi 345 milioni per fargli somministrare 56 milioni di dosi.
L’HUFFPOST
Pages: 1 2