Vaccinazioni, ricoveri e terapie intensive: Centro-Sud batte Nord. Lazio, Campania e Puglia più efficienti nella somministrazione
di Diodato Pirone
Fra gli enormi effetti negativi della pandemia, ne sta spuntando con forza uno imprevedibile: alcuni sistemi sanitari del Centro-Sud stanno rispondendo meglio del previsto alla terribile sfida del Sars Cov-2. Anzi, a guardare i numeri in filigrana si scopre che spesso (non sempre) le Regioni più importanti del Centro e del Sud stanno battendo quelle del Nord.
Il confronto non può che partire dalle vaccinazioni e in alcuni casi è addirittura impietoso. Se si guarda ad esempio alla campagna di protezione degli insegnanti si scopre che la Lombardia alle 17 di ieri aveva protetto poco più di 1.000 docenti contro i 57 mila della Campania e i 41.000 della Puglia (entrambe le Regioni prevedono di vaccinare tutti i prof e i bidelli entro domenica 14 marzo). E non è che le altre Regioni del Nord brillino nell’offrire vaccini ai loro docenti: il Piemonte è a quota 26 mila, il Veneto a 20 mila e l’Emilia a 12 mila. Inoltre, sul fronte della protezione ai nonni, la fascia di popolazione che ha pagato il prezzo più alto al Covid-19, il Lazio straccia la Lombardia con il punteggio rugbistico di 35% a 25% con 162.000 ultraottantenni già protetti su 470.000 contro i 176.000 lombardi su 710.000.
Un altro parametro per misurare la diversa efficienza dei sistemi sanitari regionali è l’uso complessivo delle dosi vaccinali disponibili che vedeva alle 17 di ieri questa classifica: Campania 84,6%; Lazio 77,7%; Lombardia 72,1%;Veneto 71,4%.
Va detto però che alcune Regioni del Nord con molti anziani, e che quindi hanno ricevuto più vaccini di quelle meridionali, hanno vaccinato una quota maggiore di cittadini. Il Piemonte, ad esempio, ha già protetto oltre 10 dei suoi cittadini ogni 100 contro gli 8 della Campania e gli appena 6 dei tre sistemi sanitari che sembrano in affanno totale, ovvero quelli di Sardegna, Calabria e Umbria.
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