Vaccinazioni, ricoveri e terapie intensive: Centro-Sud batte Nord. Lazio, Campania e Puglia più efficienti nella somministrazione
C’è,
infine, un ultimo dato organizzativo che sorprende: a ieri la Puglia
risultava la migliore Regione italiana per diffusione sul territorio di
centri di vaccinazione avendone ben 280 sui 1.600 complessivi
dell’intero Paese.
IL PUNTO
Quale chiave di lettura offrono questi dati? «Paradossalmente i sistemi sanitari meridionali hanno retto all’assalto del Covid perché erano abituati all’emergenza
e perché gli ospedali pubblici sono mediamente attrezzati meglio di
quelli privati ad affrontare le ondate di domanda tipiche di una
pandemia», spiega il professor Enrico Coscioni, salernitano, presidente
dell’Agenas, l’agenzia dei servizi sanitari regionali.
Secondo
Coscioni in larga parte del Mezzogiorno la gente ha riscoperto e
rivalutato la qualità dei servizi offerti dagli ospedali locali dopo
decenni di viaggi della salute verso il Nord.
«Anche perché nel Sud
in genere si ospedalizza meno che nel Nord e quindi forse c’è un livello
di appropriatezza dell’intervento medico maggiore che in alcune aree
del Nord», aggiunge Pier Luigi Lo Palco, medico e assessore alla Sanità
della Puglia.
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Complice un’età media più bassa nel Sud ma anche una funzione di filtro svolta dai medici di famiglia e dall’assistenza territoriale, la Campania può vantare un rapporto fra ospedalizzati (1.358) e popolazione colpita dal Covid (ben 85.000 positivi a ieri) veramente basso: siamo appena all’1,8%, mentre in terapia intensiva al momento c’è un solo campano ogni 41.000 abitanti. Il Piemonte invece ha solo 20.000 positivi ma ben 2.223 persone ricoverate. Il che significa che a Torino e dintorni ben l’11,7% dei contagiati finisce in un letto d’ospedale. Ancora: la Lombardia in questo momento ha 1 ricoverato in terapia intensiva ogni 18.500 abitanti, il doppio dell’analogo rapporto della Campania.
C’è un ultimo dato che fa riflettere su quanto possa essere sorprendete l’Italia: i buoni risultati delle Regioni meridionali vengono raggiunti con un personale sanitario ridotto all’osso. La sanità pubblica lombarda (i dati sono Istat e risalgono al 2017) cammina sulle gambe di 87.000 dipendenti, quella veneta ne conta 54.000 mentre la Campania era a quota 41.000 e il Lazio a 40.000. Ma queste due Regioni hanno un milione di abitanti in più rispetto al Veneto.
IL MESSAGGERO
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