Vaccino in Lombardia, prenotazioni cancellate e falla nel portale Aria

Tra giovedì e ieri è emersa anche un’altra falla. Due dei tre canali disponibili permetterebbero di registrare chiunque per il vaccino, non solo gli appartenenti alle categorie che ora hanno la precedenza. Il «filtro» è attivo nel portale dedicato ai cittadini, ma sarebbe saltato in quello dei farmacisti e dei medici di famiglia. La notizia è girata velocemente, il telefono degli ambulatori è tornato a squillare come alla partenza della campagna. «Dottore, ho sentito che da lei mi posso iscrivere. È vero? E in farmacia?».

Le prenotazioni improprie però non andrebbero comunque a buon fine. Chi ha aderito senza averne diritto non dovrebbe ricevere l’sms per l’appuntamento. Non è chiaro se quei nominativi verranno conservati o si dovrà procedere con una nuova registrazione sulla piattaforma di Poste che verrà adottata per le vaccinazioni di massa.

Aiuterà a mettere un freno ai furbetti la nota che la Regione ha appena inviato ai farmacisti. Da oggi questi professionisti potranno raccogliere le iscrizioni solo degli over 80, così da superare «eventuali cortocircuiti informativi». Finora sono 567 mila i nonni lombardi che hanno già chiesto di essere protetti dal Covid sui circa 726 mila totali. Dal 18 febbraio a ieri in 101.574 hanno ricevuto la prima dose. Sono inoltre in attesa del vaccino 125.935 appartenenti al mondo della scuola, per i quali le somministrazioni cominceranno lunedì. Hanno detto sì anche 13 mila cittadini tra i 60 e i 79 anni dei Comuni ad alto rischio.

Vaccinare il più possibile e in fretta è l’obiettivo del Pirellone. Lo ha ribadito ieri la vicepresidente Letizia Moratti, nel corso della conferenza Stato-Regioni. «Crediamo sia fondamentale poter garantire almeno una dose di vaccino a tutti i lombardi entro la fine di giugno — ha detto —. Dobbiamo puntare a dare una prima protezione a tutti i nostri cittadini». Moratti ha anche ripetuto che sarebbe favorevole ad estendere l’uso del vaccino Astrazeneca, ora consigliato solo fino ai 65 anni. L’assessore alla Sanità insiste poi sul coinvolgimento degli specializzandi e dei medici di medicina generale come vaccinatori. Segno che il problema della disponibilità di dosi non è l’unico da superare per iniziare a correre con le iniezioni.

CORRIERE.IT

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