Com’è dolce il bla bla di Salvini con il Draghi sovranista (europeo)

Eppure stamattina l’ottimo Peppe Provenzano, intervistato da Repubblica, rimprovera a Matteo Renzi l’irredimibile colpa d’aver riportato Salvini al governo, e non nota che, un po’ per scelta, un po’ perché scelta non ne ha, è Salvini a essere diventato governativo – nel senso di un governo seriamente europeista, poco dedito al festival barbaradursesco – e non il governo a essere diventato salviniano. Se servisse un esempio, a febbraio sono sbarcati in Italia quasi quattromila migranti (rapporto di Mediterranea Saving Humans), ma Salvini non ci ha fatto caso, forse quando l’hanno chiamato per informarlo era al telefono con San Marino. Io ci scherzo, ma questo Salvini è deliziosamente ricondotto alla quota di serietà di cui è capace, e non riconoscerlo sa tanto di pratica di differenza antropologica. E a quella quota dovrebbe ricondursi il Pd, nominare alla svelta un reggente, celebrare il congresso, darsi un leader, elaborare un progetto per misurarsi con il nuovo mondo globalizzato e interconnesso, intanto lavorare con Draghi in vista non di domattina, ma del 2023, quando è sperabile che il Covid sia stato debellato, i conti messi al sicuro, e all’Italia servirà un governo e non un caravanserraglio.

L’HUFFPOST

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