Vaccini, Johnson & Johnson: «Non ha bisogno di richiamo, è un grande vantaggio. E funziona con le varianti»

di Margherita De Bac

Vaccini,  Johnson & Johnson: «Non ha bisogno di richiamo, è un grande vantaggio. E funziona con le varianti»

Problemi di consegne anche per il vaccino Janssen che attende l’approvazione dell’agenzia europea Ema? Le liquida come «indiscrezioni non rispondenti al vero», Loredana Bergamini, direttore medico di Janssen Italia, la divisione farmaceutica di Johnson&Johnson. «Noi stiamo lavorando in modo rigoroso sulla logistica per far arrivare i lotti dove e quando devono essere consegnati».

Altre brutte sorprese?
«La nostra tempistica di produzione ci permetterà di rispettare l’impegno di 200 milioni di dosi per l’Ue nel 2021. Entro la fine di marzo avremo un quadro più preciso del programma di fornitura e siamo in stretto contatto con la Commissione e gli Stati membri per definire un calendario di consegne più preciso, regolare e trasparente. Ci aspettiamo che i primi lotti siano disponibili per l’Ue nel secondo trimestre. Distribuiremo equamente questi volumi tra tutti i Paesi».

Quali sono le caratteristiche del vaccino?
«È l’unico a dose singola ad aver concluso la fase 3 di sperimentazione, la conclusiva. È costruito su una piattaforma di cui abbiamo un brevetto esclusivo chiamata AdVac che utilizza un adenovirus del raffreddore, ingegnerizzato in modo da essere reso inattivo e incapace di infettare. Al suo interno viene inserita un’informazione genetica, quella della proteina Spike di cui il Sars-CoV-2 si serve per penetrare nella cellula umana. Una volta inoculato, le cellule leggono questa informazione e stimolano la produzione di anticorpi specifici in grado di rispondere al coronavirus».

È una nuova tecnologia?
«No, l’AdVac è stata utilizzata anche per sviluppare il vaccino anti Ebola, approvato un anno fa, e viene impiegata attualmente per la messa a punto di altri candidati vaccini contro Zika e l’Aids. Una tecnologia collaudata, con un profilo di sicurezza che ci rende sereni».

Dove è stato sviluppato l’anti Covid?
«Nel centro di Leiden, in Olanda, sede di Janssen. È qui il maggiore sito produttivo. Consapevoli di dover far fronte a una richiesta epocale di dosi sono stati attivati altri siti di produzione a livello globale dove verranno effettuati i lavori di rifinitura. L’italiana Catalent è fra i nostri partner, si occuperà del confezionamento delle fiale».

E l’efficacia?
«Il preparato di Janssen previene nell’85% dei casi le forme più temibili del Covid che richiedono ricovero in ospedale e nel 100% dei casi evita la morte. Quindi ha una protezione molto forte».

Dopo quanto tempo dalla somministrazione si sviluppa l’immunità?
«Dal settimo giorno comincia la protezione degli anticorpi. Al 28mo giorno è dell’85%».

Va bene per ogni età?
«Nel nostro studio sperimentale abbiamo fatto test su 45 mila persone di tutte le età, a partire dai 18 anni ed oltre i 60. Il 41% dei volontari arruolati avevano una o più patologie croniche: obesità, ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari severe. Tutti hanno risposto bene. Sta per partire uno studio su under 18 e bambini».

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