Le mosse di Enrico Letta per sminare le insidie nel Pd: durata, pienezza e contenuto del mandato
Fabio Martini
E’ ad un passo dal traguardo, intende superarlo, ma prima di accettare, Enrico Letta sta cercando di sminare tutte le insidie che lo attendono una volta diventato segretario del Pd su indicazione dei principali notabili del partito. In mattinata ha diffuso un tweet improntato alla sincerità: «Sono grato per la quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo. Ho il Pd nel cuore e queste sollecitazioni toccano le corde più profonde. Ma questa inattesa accelerazione mi prende davvero alla sprovvista; avrò bisogno di 48 ore per riflettere bene. E poi decidere». In effetti gli eventi sono precipitati velocemente: alcune delle principali personalità del Pd – Zingaretti e Franceschini in primis – altre fuori dall’orbita partitica – Prodi, Gentiloni – lo spingono ad accettare, altri si sono allineati, come Orlando e Bettini, ma Letta vuole chiarire tre aspetti: durata, pienezza e contenuto del mandato.
Durata: Letta chiede che il congresso si tenga secondo il timing previsto dallo Statuto, nel 2023 e dunque che il suo sia un mandato pieno, non da “reggente” di fatto. E dunque chiede che nella sostanza sia confermata la linea politica portata avanti da Zingaretti (in particolare l’alleanza con i Cinque stelle, ma soprattutto un Pd sempre più di sinistra), una linea che invece la corrente di Base riformista ha chiesto di discutere attraverso un Congresso anticipato da svolgere entro l’anno.
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