Lockdown-Dpcm, più facile passare in zona rossa e arancio. Pasqua, stretta come a Natale

di Marco Conti

Si ascolta, si valuta e poi si decide in Consiglio dei ministri, magari con un decreto legge, quali misure in più servono per arginare la pandemia. Nessuna decisione è uscita dalla cabina di regia di ieri pomeriggio. L’appuntamento per la nuova stretta è per domani. Regole per tutti, salvaguardando però il meccanismo delle fasce, ma con un automatismi in più che permetteranno di decretare più facilmente zone rosse e arancioni. Criteri che entreranno in vigore dalla prossima settimana, anche per dare tempo a tutti di organizzarsi. Soprattutto a ristoranti e bar ed esercizi commerciali che rischiano di pagare il prezzo più alto.

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Si può dare per certo che per entrare nella fascia più a rischio, la rossa, si adotterà il sistema della chiusure per i territori che avranno più di 250 contagi ogni 100 mila abitanti. Un criterio già in atto ma che scatterà in automatico, e non più a discrezione del presidente di regione, provocando l’immediato passaggio – dopo sette giorni di continuo sforamento – in zona rossa. Si attendono invece altri dati dall’Istituto Superiore di Sanità per valutare se e come inasprire i criteri per restare in zona gialla. 

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La riunione della cabina di regia convocata da Mario Draghi ieri era particolarmente affollata. C’erano, oltre al presidente del Consiglio, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, i ministri Mariastella Gelmini, Dario Franceschini, Elena Bonetti, Giancarlo Giorgetti, Roberto Speranza, Daniele Franco e Stefano Patuanelli, il Segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa, il Capo di Gabinetto Antonio Funiciello, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il direttore del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

Gli scienziati continuano a chiedere di innalzare le misure. Lo ha chiesto il Cts nel parere fornito al ministero della Salute, e lo hanno ripetuto durante la riunione Brusaferro e Locatelli secondo i quali vanno inasprite le restrizioni anche nelle zone gialle per limitare il più possibile gli spostamenti. Anche senza ulteriori restrizioni, con i nuovi dati del monitoraggio settimanale l’Italia è destinata tutta, o quasi, a finire in zona rossa o arancione già dalla prossima settimana.

Se si escludono Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta, la curva epidemiologica fotografa un peggioramento specie al Nord, ma in sofferenza sono anche le terapie intensive delle regioni meridionali. Tutti i ministri nella riunione hanno preso atto della situazione critica, ma nella discussione si è riproposta la divisione tra rigoristi e aperturisti. Ovvero Speranza, Franceschini e Patuanelli da una parte e Giorgetti, Bonetti e Gelmini dalla parte opposta. I primi (Leu, Pd e M5S) favorevoli ad una sorta di chiusura nazionale, mentre i secondi (Lega, Iv e FI) continuano a puntare sul meccanismo delle fasce limitandosi a dire sì all’inasprimento del criterio automatico della zona rossa se si superano in sette giorni i 250 contagi ogni 100 mila abitanti. 

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