Il vaccino AstraZeneca e i lotti ritirati, in Italia e in diversi Paesi d’Europa

La risposta dell’Ema sui casi di trombosi

L’Ema, l’Agenzia per i farmaci europea, ha riferito che il rischio di coaguli di sangue non è maggiore nelle persone vaccinate. «Le informazioni disponibili finora», ha detto Ema, «indicano che il numero di eventi tromboembolici nelle persone vaccinate non è superiore a quello osservato nel resto della popolazione».

Secondo l’Ema, su 3 milioni di persone che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca (il dato è aggiornato al 9 marzo), i casi di trombosi registrati sono stati 22.

L’Ema ha affermato che l’uso del vaccino resta sicuro.

Secondo quanto riferito all’agenzia Reuters da Stephan Evans, professore di farmacoepidemiologia alla London School & Tropical Medicine, «l’approcco adottato da tutti questi Paesi è di estrema cautela, e si basa su casi isolati. Il problema è l’enorme difficoltà di distinguere una concatenazione causale con una coincidenza».

La sicurezza del vaccino AstraZeneca, in Italia

Il secondo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19, pubblicato mercoledì dall’Aifa, ha ribadito l’elevato profilo di sicurezza dei vaccini attualmente utilizzati in Italia e in Europa. Da fine dicembre (somministrazione dei primi vaccini) a fine febbraio ci sono state 729 segnalazioni di eventi avversi ogni 100mila dosi somministrate, indipendentemente da tipo di vaccino. Si tratta per lo più di eventi avversi non gravi: febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea.

Anche per AstraZeneca la maggior parte degli eventi riguarda febbre, brividi, astenia/stanchezza e dolore in sede di iniezione. Il 90% di queste segnalazioni sono classificate come non gravi. La maggior parte delle 79 segnalazioni di eventi avversi gravi si riferisce a febbre alta, tremore, vertigine, sudorazione eccessiva, sonnolenza, difficoltà di respirazione, dolore generalizzato.

Al 26 febbraio 2021 — per tutti i vaccini, non solo AstraZeneca — sono state inserite 40 segnalazioni con esito «decesso». Le valutazioni dei casi segnalate dal report dell’Aifa indicano però l’assenza di responsabilità del vaccino: si trattava di persone che presentavano patologie pregresse e che assumevano più farmaci contestualmente. L’età media dei casi ad esito fatale è di 86 anni. Non ci sono casi di decesso a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti. Molto spesso invece il decesso era legato a cause cardiovascolari in pazienti che avevano patologie cardiovascolari di base.

Articolo in aggiornamento…

CORRIERE.IT

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