La discontinuità non conta. Draghi vince solo vaccinando tutti per l’estate
La prima è quella dell’affidabilità e dell’efficacia dei vaccini: il caso Astrazeneca, con la Danimarca che è stata costretta a sospendere la somministrazione per dubbi su alcuni effetti collaterali, ci fa capire quanto non si possa dare nulla per scontato. La seconda è ovviamente la penuria delle dosi: qui il singolo Stato non ha forza contrattuale sufficiente per battagliare con le case farmaceutiche, tocca agli organismi sovranazionali – come l’Unione Europea nel nostro caso – costringere le multinazionali a rispettare i contratti. In altri termini, Draghi può solo fare moral suasion con la Commissione Ue. E lo sta facendo.
Giudicare Draghi oggi ha quindi poco senso. Farlo a giugno è sicuramente più serio, anzi quasi doveroso. Del resto giugno da sempre è il mese degli esami. E anche per uno dalla reputazione intonsa e dal curriculum galattico come l’ex Governatore della Bce gli esami non finiscono mai.
L’HUFFPOST
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