Lazio zona rossa, da lunedì tutte le scuole in Dad. Parrucchieri e barbieri chiusi, ma si può andare nelle seconde case

di Mauro Evangelisti e Francesco Malfetano

Per la prima volta da quando esiste il sistema dei colori, differenziato da Regione a Regione, il Lazio entra in fascia rossa, trascinato dall’effetto della diffusione delle varianti. Succederà lunedì, quando tutte le scuole faranno didattica a distanza, chiuderanno bar e ristoranti (consentita la consegna a domicilio), resteranno aperti solo i negozi di prima necessità, vietati gli spostamenti anche all’interno della Regione se non per motivi di lavoro, necessità e salute. L’indice di trasmissione del Lazio (l’Rt) è a 1,3 e non era così alto da nove mesi, vale a dire da giugno scorso. Questo valore fa scattare la zona rossa, con un doppio salto per il Lazio che fino a domenica resterà giallo. Avverte l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato: «Attenzione, lo scenario previsto è di netto peggioramento».

Fine settimana

Il passaggio nella classificazione di rischio molto alto avverrà solo lunedì e questo alimenta i timori che vi possano essere degli eccessi negli ultimi due giorni in giallo, che coincidono con il fine settimana (oggi e domani). Ma cosa è successo nel Lazio? I numeri sono davvero così preoccupanti? Sì e no. Sul fronte dei ricoveri, la situazione non è ancora al limite e l’incremento nelle ultime due settimane non è stato così eclatante: giovedì 25 febbraio nel Lazio c’erano 227 pazienti Covid in terapia intensiva e 1.807 nei reparti di area medica; ieri erano 258 in terapia intensiva e 2.088 negli altri reparti. Come si vede, c’è un incremento ma non poderoso, siamo nell’ordine del più 10 per cento. Tra l’altro la vaccinazione con almeno una dose di quasi il 50 per cento degli over 80 (205mila) ha ridotto ricoveri e decessi in quella fascia d’età, la più a rischio. Va detto che a gennaio si registravano in media 40-50 morti per Covid al giorno, nell’ultima settimana siamo a 20-30. E anche ieri è stato battuto il record giornaliero di somministrazioni di vaccini, con 22.936 iniezioni (il totale ora è di 625mila). Fin qui, dunque, la situazione appare sotto controllo. 

Ma ci sono altri numeri a spaventare. Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità (datato 18 febbraio, dunque le percentuali oggi sono più alte) la variante inglese nel Lazio è presente nel 34 per cento dei casi positivi, la brasiliana nel 13,2. La loro velocità di trasmissione è assai elevata e questo spiega l’improvvisa accelerazione. Il professor Corrado Spinella, direttore del Dipartimento di scienze fisiche e tecnologie della materia del Cnr, ha sviluppato un modello che grazie a un algoritmo prevede l’andamento dell’epidemia. Spiega: il Lazio, senza nuove chiusure, a causa della diffusione delle varianti, «tra due mesi si troverebbe con 5.000 casi al giorno».

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