Decreto Sostegno per 47 miliardi, lo stop ai licenziamenti prorogato fino a giugno
di Luca Cifoni
Quando sarà approvato il decreto Sostegno? Un interrogativo che ormai viene ripetuto in modo sempre più insistente non solo tra le categorie produttive, ma anche all’interno della stessa maggioranza: ieri tra gli altri si è fatto sentire anche il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che chiede all’esecutivo di rompere gli indugi. La risposta più probabile, al momento, è che il provvedimento sarà approvato dal Consiglio dei ministri a metà della prossima settimana. Con una potenza di fuoco che potrebbe andare oltre i 32 miliardi dello scostamento di bilancio votato a gennaio dal Parlamento. In realtà proprio il tentativo di calibrare in corsa la dotazione finanziaria, per adeguarla alle necessità di una situazione ben pandemica più grave di quella immaginata all’inizio dell’anno, è uno dei fattori che stanno contribuendo ad allungare i tempi. Ormai però la situazione ha fatto saltare un altro presupposto su cui si basava il decreto, ovvero l’idea che sarebbe stato l’ultimo, dopo le misure varate a partire dal marzo scorso e poi con i quattro provvedimenti Sostegni di fine 2020. Nuovi interventi arriveranno probabilmente a primavera e già si parla di un ulteriore scostamento di bilancio in concomitanza con la discussione sul Documento di economia e finanza (Def).
I NODI
Il
prossimo decreto comunque contiene anche alcuni nodi politici da
sciogliere. Uno di quelli più delicati, relativo alla scadenza del
blocco dei licenziamenti, sembra ormai vicino alla soluzione, stando
alle parole del ministro del Lavoro. «Andiamo nella direzione di una
proroga – ha detto Andrea Orlando in audizione parlamentare sulle linee
programmatiche del suo dicastero – però per i lavoratori che dispongono
di strumenti ordinari sarà legata ad un termine che sarà definitivo; per
coloro non coperti da strumenti ordinari sarà agganciata alla riforma
degli ammortizzatori sociali». In altre parole la situazione attuale
sarà congelata fino al 30 giugno con una forma di tutela generalizzata;
dopo di che la protezione dovrebbe essere assicurata in particolare per
le piccole imprese e le categorie che attualmente non dispongono di Cig
proprio dal futuro riassetto degli ammortizzatori a cui sta lavorando il
ministro. Riassetto in vista del quale dovrà essere sciolto il nodo del
perimetro dei nuovi strumenti, quindi le categorie incluse, e quello
delle politiche attive.
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