Il discorso di Draghi: «Sostegni corposi e avanti con i vaccini. Ognuno rispetti il turno come Mattarella»
Il giro con i medici e gli infermieri lo ha molto toccato e Mario Draghi, tolta la mascherina per il tempo di un messaggio «di fiducia e forza», lascia che gli italiani se ne accorgano. Gli mettono sul leggio il foglio con il testo dell’intervento, che contiene l’annuncio di «un nuovo scostamento di bilancio» per ristori e sostegni, ma il presidente del Consiglio parte a braccio e racconta la prima visita in un centro vaccinale, «breve ma veramente bella». Nell’hub di Fiumicino il capo del governo ha capito che «ne usciremo, grazie a voi e a tutti coloro che faranno e aderiranno a questa campagna». E a chi ha fatto il furbo o pensa di farlo, il presidente ha lanciato un appello e un monito, ricordando che l’ordine è imposto dall’età e dalle condizioni di salute: «A tutti chiedo di aspettare il proprio turno, come ha fatto in maniera esemplare il presidente della Repubblica».
I numeri dicono che qualcosa in un mese è cambiato in meglio e Draghi, sia pure senza troppa enfasi, si prende il merito di uno sprint sui vaccini: «Ad oggi, si vedono già i primi risultati di questa accelerazione». I numeri? «Solo nei primi undici giorni di marzo è stato somministrato quasi il 30% di tutte le vaccinazioni fatte fino all’inizio di questo mese: è il doppio della media dei due mesi precedenti». Quando però le dosi necessarie tardavano ad arrivare. «Il ritmo giornaliero attuale è di circa 170.000 somministrazioni al giorno — rivendica il premier — L’obiettivo è triplicarlo presto».
Nel padiglione trasformato in sala stampa c’è il presidente del Lazio Nicola Zingaretti, che Draghi ringrazia «per i record che stabilisce» in fatto di vaccinazioni. C’è il commissario Francesco Paolo Figliuolo e c’è il ministro Roberto Speranza, che il presidente del Consiglio ringrazierà «per tutto quello che ha fatto finora» e citerà tre volte. E ci sono quindici giornalisti accreditati, le cui domande rimarranno nei taccuini perché lo staff di Palazzo Chigi ha scelto di rinviare ancora la prima conferenza stampa. Draghi ringrazia Croce Rossa, Aeroporti di Roma, regione Lazio e Spallanzani per aver allestito il centro e, con «profonda riconoscenza»,medici, infermieri e volontari di tutta Italia. Poi legge il triste bollettino dell’emergenza: 150.175 nuovi contagi nell’ultima settimana, quasi 5.000 ricoverati negli ultimi quindici giorni, con oltre 650 pazienti in più nelle terapie intensive. «Questi dati ci impongono la massima cautela per limitare il numero di morti e impedire la saturazione delle strutture sanitarie» scandisce con tono mesto il premier, promettendo che il governo farà di tutto per impedire che il dramma della scorsa primavera possa ripetersi.
L’ex presidente della Bce spiega il perché di una seconda Pasqua blindata, con le misure «adeguate e proporzionate» del nuovo decreto legge «che vedrà il Parlamento pienamente coinvolto», così come lo sono state le Regioni. Di nuovo il premier loda l’«infinita pazienza» degli italiani e si dice consapevole delle conseguenze che le restrizioni avranno «sull’istruzione dei figli, sull’economia e sullo stato anche psicologico di tutti noi». Ma se i partiti hanno dato il via libera, Lega compresa, è perché bisogna «evitare un peggioramento che renderebbe inevitabili provvedimenti ancora più stringenti».
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