Vaccini Covid: effetti collaterali ed efficacia. Cosa sappiamo tra benefici e rischi
Le profilassi sono sicure?
“I benefici sono superiori ai rischi”. È quanto dichiara l’Agenzia europea del farmaco, Ema, con riferimento al prodotto scudo di AstraZeneca, finito sotto i riflettori alla luce di alcuni casi di trombosi segnalati dopo la somministrazione in diversi paesi europei. L’Ema riferische anche di gravi allergie come possibili effetti collaterali della profilassi anglo-svedese, ma, intanto, puntualizza come “al 10 marzo 2021 sono stati segnalati 30 casi di eventi tromboembolici su quasi 5 milioni di persone immunizzate con il vaccino anti-Covid AstraZeneca nello spazio economico europeo”. Si tratta di appena lo 0,0006% del totale. E in più, precisa l’autorità Ue, “non ci sono attualmente indicazioni che la vaccinazione abbia causato” gli eventi tromboembolitici segnalati.
La catena dei vaccini è garantita?
L’attenzione alla catena vaccinale è massima nel nostro paese. Alla luce delle necessarie indagini per verificare la sussistenza di un nesso causale fra l’inoculazione della profilassi e i successivi decessi, nelle vicende dei tre uomini che in Sicilia hanno perso la vita dopo aver ricevuto il siero AstraZeneca, sono circa 250mila le dosi del vaccino anglo-svedese (tutte facenti parte del lotto incriminato) bloccate dall’Aifa. Le confezioni consegnate in Italia erano 2.496 e ciascuna di queste contiene un centinaio di dosi. A quanto si apprende, gran parte dei preparati sono già stati somministrati nelle scorse settimane. Nell’ottica della salvaguardia della salute pubblica, le istituzioni assicurano poi controlli rigorosi sulla catena del freddo necessaria a conservare il siero Pfizer-BioNTech. Il vaccino deve essere mantenuto a temperature bassissime: -70 gradi.
Dopo l’iniezione possiamo avere dei sintomi?
A fare il punto sugli effetti collaterali più comuni dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid è l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) in base ai dati forniti dalle case farmaceutiche a partire dalle osservazioni effettuate durante la fase di sperimentazione. Si va dalla stanchezza all’insonnia, passando per i dolori muscolari. Impegnati in prima linea nella campagna vaccinale, con 40mila camici bianchi a norma d’intesa nazionale, i medici di base sottolineano che non si registrano differenze particolari fra i tre diversi tipi di profilassi. “Le reazioni più frequenti, che ci vengono riportate dai nostri pazienti – spiega Renzo Le Pera, vice segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale –, sono fastidi al braccio d’iniezione e febbre alta per mezza giornata o al massimo un giorno. Stando alla nostra esperienza ambulatoriale, si tratta di fenomeni tra l’altro meno frequenti nella popolazione anziana, che riceve la profilassi, rispetto a quella più giovane”.
Una o due dosi per la protezione
Necessitano tutti di due dosi i vaccini attualmente disponibili per dare una piena prevenzione dalla malattia da nuovo Coronavirus. Unica eccezione quello prodotto dall’americana Johnson & Johnson. L’efficacia maggiore viene garantita dai sieri Pfizer BioNTech (95%) e Moderna (94,1%), a seguire le profilassi Sputnik V (91,6%) e AstraZeneca (82%)
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