Gli aiuti alle imprese versati entro fine aprile. La dichiarazione precompilata slitta a maggio
Se i contributi a fondo perduto dell’esecutivo Conte sono stati giudicati scarsi, quelli in arrivo probabilmente non avranno l’effetto perequativo sperato. Le categorie sono in allarme perché, grosso modo, un’impresa che lo scorso anno ha perso 100 mila euro di ricavi farà fatica ad ottenere un ristoro di 5 mila euro con il nuovo decreto. Il governo sembra aver deciso di portare la dote degli aiuti da 10 a 12 miliardi e di allargare la platea ai titolari di fatturato fino a 10 milioni euro, rispetto ai 5 milioni previsti dall’ultima bozza in circolazione. Lo stralcio delle cartelle esattoriali, nonostante il pressing della Lega e i dubbi di Pd e Leu che temono l’effetto condono, dovrebbe fermarsi a 5 mila euro, ma il nodo politico vero adesso è la portata del prossimo scostamento di bilancio. Per affrontare la terza ondata del Covid gli uffici del Mef hanno preparato un’ipotesi di 10-15 miliardi di deficit, in arrivo con il Def di aprile. Ma i partiti hanno già alzato l’asticella a 20 miliardi. Matteo Salvini lo ha detto chiaramente: «Servirà un altro intervento pesante».
LE RICHIESTE DELLE CATEGORIE
I COMMERCIANTI: “La Pasqua senza clienti brucia almeno 15 miliardi”
Il nuovo lockdown è «insostenibile», attacca il presidente di
Confcommercio, Carlo Sangalli. Le stime dell’ufficio studi
dell’associazione parlano di perdite, in termini di fatturato, di circa
15,5 miliardi per l’effetto «zona rossa» a marzo e aprile. In periodi
normali, il mese della Pasqua porta gli italiani a spendere oltre 50
miliardi tra vestiario, mobili, alloggio, trasporti, ristorazione e
altri servizi. Quest’anno (come nel 2020) il calo di ricavi sarà
«attorno al 30%», dice il capo dell’ufficio studi di Confcommercio,
Mariano Bella. I più penalizzati sono bar e ristoranti: se la chiusura
durasse tutto il mese (con dentro Pasqua) su 8,5 miliardi di fatturato
circa se ne potrebbero perdere fino a 5, il 60%. Sangalli così dice che
la decisione di chiudere tutto è «insostenibile perché tardano gli
indennizzi dovuti e mancano ancora indicazioni sugli interventi per
compensare le perdite di fatturato ormai ingenti. Chiediamo che il
decreto “Sostegno” ridia effettivamente ossigeno alle imprese e non
arrivi fuori tempo massimo». (Francesco Spini)
GLI ALBERGATORI: “Perso il 70% del fatturato, gli hotel non riapriranno”
La pandemia presenta i suoi conti catastrofici al turismo italiano,
piegato da un anno di clausura e alla vigilia della seconda Pasqua in
lockdown. Federalberghi riporta i numeri del tracollo elaborati
dall’Istat, con una perdita secca di fatturato pari al 70% relativa al
quarto trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Sull’intero anno, il calo si attesta sul 55%. La scomparsa dei turisti
sta tutta nel meno 83% delle presenze registrato a gennaio scorso,
sempre in rapporto allo stesso mese dell’anno prima, emorragia che nel
caso degli stranieri si fa ancora più copiosa, toccando il 90%. Città
come Venezia ne soffrono in modo particolare: a gennaio 2021 gli
alberghi della città hanno perso il 91,4% in ricavi. Azzerata la
stagione invernale che va a concludersi, quella estiva, col preludio
pasquale andato in fumo anche quest’anno, si annuncia coi peggiori
auspici. Perché le attività non chiudano, Federalberghi ora invoca
«interventi urgenti per consentirci di sopravvivere». (Franco Giubilei)
GLI AUTONOMI: La rabbia delle partite Iva. “Servono molti più soldi”
Le partite Iva sono pronte allo scontro. Dopo la manifestazione di mercoledì scorso a piazza del Popolo a Roma per «la messa in mora dello Stato», il nuovo movimento degli autonomi “Insieme per cambiare” minaccia un’altra mobilitazione. I soldi stanziati «sono insufficienti, siamo determinati a proseguire la nostra battaglia», attacca il presidente Giuseppe Palmisano. Le partite Iva pretendono un sostegno finanziario maggiore e chiedono al governo di aprire un tavolo. Al sottosegretario al Ministero dell’Economia, il leghista Claudio Durigon, hanno affidato un pacchetto di proposte per risollevare il comparto: dalla sanatoria fiscale alle garanzie sulla liquidità fino a un fondo per i proprietari di immobili che riducono il canone di locazione. La protesta intanto si allarga: domani a Genova è stato convocato un sit-in dagli autonomi per chiedere «riaperture in sicurezza, il blocco degli sfratti e il pagamento dei ristori». (Luca Monticelli)
LA STAMPA
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