Speranza: “Caso AstraZeneca non incrina fiducia nei vaccini”
Piano ricostruzione in 5 assi, primo assistenza territoriale – Ma
si lavora anche sul potenziamento della sanità pubblica. “E’ necessario
mettere in campo un Piano nazionale di ricostruzione della salute, che
tiene insieme prevenzione, assistenza e cura. Un piano da strutturare in
cinque assi, che rappresentano gli ambiti in cui è piu’ urgente
intervenire”, annuncia Speranza. “Il primo asse riguarda gli interventi
da realizzare sul territorio, attraverso il potenziamento dei servizi
assistenziali territoriali, per garantire l’esigibilità dei Lea
costruendo un modello condiviso assolutamente necessario”. “Altro punto
del primo asse – prosegue il ministro – è la casa di comunità che
sarà presidio della salute per dare risposte: un ecg, un consulto sulla
salute sui bambini, sarà una rete che riorganizzerà strutture
frammentate ora sul territorio”. “A coordinare l’assistenza ci saranno
le centrali operative territoriali che avranno la funzione di punto di
riferimento sia per l’accesso alle cure sia per gli operatori e per
integrare l’assistenza e il territorio. Inoltre ci saranno i centri
territoriali contro la povertà sanitaria con equipe multidisciplinari .
Situazione epidemiologica non semplice ma siamo fiduciosi – “La verità è che la situazione epidemiologica del Paese è ancora complicata. Lo testimoniano tutti i numeri, a partire dai casi che riscontriamo che è in crescita. Questo è dovuto alla presenza di varianti , inglese, sudafricana e brasiliana, che hanno una maggiore capacità diffusiva. Per questo abbiamo dovuto adeguare anche le misure che abbiamo messo in campo. L’aumento di zone rosse ci consentirà di riportare la curva sotto controllo”, dice il ministro della Salute. “La Uk – dice Speranza – si trasmette più velocemente del 35-40% e ha toccato il 54% della totalità dei casi. Sono presenti anche varianti sudafricana, soprattutto nell’area di Bolzano, e
quella brasiliana soprattutto nel Centro Italia. Con il criterio di 250 casi per 100mila per l’ingresso in zona rossa speriamo di piegare la curva. Quindi una situazione non semplice che richiede la massima cautela con l’impegno di tutte le istituzioni”. “Ma c’è anche una seconda verità – ha sottolineato – e cioè che la situazione di questo marzo non è in alcun modo paragonabile a quella del marzo passato. A quel tempo non avevamo a disposizione la larghissima parte di strumenti che oggi abbiamo. A cominciare dalla capacità di testing, ma soprattutto i vaccini che sono il vero fatto nuovo. Ne abbiamo quattro a disposizione, molte dosi sono in arrivo: oggi possiamo avere una ragionata fiducia”.
TGCOM
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