AstraZeneca, l’intesa tra Draghi e Macron: se l’Ema dà l’ok, si riparte subito
di Francesca Basso e Marco Galluzzo
Il presidente francese Emmanuel Macron e il premier Mario Draghi
«Attualmente siamo ancora saldamente convinti che i benefici del vaccino nel prevenire il Covid-19, con i rischi associati di ricovero in ospedale e di morte, superino i rischi di questi effetti collaterali». La direttrice esecutiva dell’Ema Emer Cooke parla in conferenza stampa da Amsterdam: obiettivo ricostruire la fiducia nei vaccini dopo la decisione di una quindicina di Paesi, tra cui Italia, Francia, Spagna, Germania, Spagna e Portogallo, di sospendere temporaneamente in via precauzionale l’uso delle dosi di AstraZeneca in seguito ad alcuni eventi avversi che si sono prodotti dopo la somministrazione del siero. Cooke rassicura: «Stiamo valutando ogni incidente, caso per caso. I nostri esperti si stanno incontrando anche oggi (ieri, ndr), per valutare tutte le informazioni. Gli esperti arriveranno a una conclusione giovedì».
I casi sospetti
Al 10 marzo si trattava di 30 casi tromboembolici registrati su un totale di 5 milioni di vaccinati e già lunedì l’Ema spiegava che «il numero di eventi tromboembolici complessivi nelle persone vaccinate non sembra essere superiore a quello osservato nella popolazione generale». Le parole di Cooke hanno dato fiducia e sono state definite «incoraggianti» nella conversazione telefonica di ieri pomeriggio tra il premier Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron: in caso di conclusione positiva dell’analisi dell’Ema i due leader sono pronti a far ripartire speditamente la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Lunedì Italia (leggi il parere del ministro della Salute Roberto Speranza intervistato dal direttore del Corriere Luciano Fontana), Francia, Germania e Spagna si erano coordinate per la sospensione (mossa non apprezzata dal Belgio), senza informare Bruxelles . La decisione rientra «nelle competenze nazionali», ha ricordato la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, ieri al termine del video-consiglio in cui si sono confrontati i ministri della Salute dei 27 Stati Ue. E la ministra portoghese e presidente di turno del Consiglio Ue, Maria Temido, ha precisato che «tutti i Paesi hanno assicurato che si allineeranno alla valutazione dell’Ema». «Facciamo totale affidamento sulla revisione scientifica e sulle raccomandazioni dell’Ema — ha aggiunto Kyriakides —. La sicurezza per noi non è negoziabile».
Le nuove forniture
Cooke non ha voluto anticipare le possibili opzioni pratiche a cui si troverà davanti l’Ema domani, in base all’esito della valutazione degli esperti. Ma come spiega Vincenzo Salvatore, avvocato di BonelliErede e professore di Diritto dell’Ue all’Università dell’Insubria, sono tre: «Modificare il riassunto delle caratteristiche di prodotto, includendo nuove controindicazioni o precauzioni di impiego; sospendere in attesa di ulteriori dati o revocare l’autorizzazione all’immissione in commercio». Cooke ha spiegato che «una situazione come questa non è inaspettata: quando vaccini milioni di persone è inevitabile che si verifichino episodi rari o gravi di malattie dopo la vaccinazione». L’Ema sta valutando i casi sospetti «per capire se si tratta di un vero effetto collaterale del vaccino o di una coincidenza».
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