Dl Sostegni, compromesso sul saldo e stralcio. Per le imprese 12 miliardi, dieci alle famiglie
Luca Monticelli
ROMA. I nodi del decreto Sostegni sembrano ormai sciolti. I tecnici stanno limando gli ultimi dettagli e definendo le coperture, ma il provvedimento venerdì mattina sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Per l’occasione è molto probabile che il premier Draghi, insieme al ministro dell’Economia Franco, e al responsabile del Lavoro Orlando, possa partecipare alla conferenza stampa per illustrare quella che è la prima manovra del governo nato il 13 febbraio. Il decreto è costruito sui 32 miliardi di euro di extra deficit approvati dalle Camere due mesi fa, che però si sono rivelati pochi per la gravità della crisi.
Nonostante la dote anti Covid che in un anno di pandemia ha raggiunto 140 miliardi di soldi pubblici, ci sarà bisogno di un altro scostamento di bilancio per potenziare i rimborsi che arriveranno sui conti correnti delle imprese entro il 30 aprile. Il presidente del Consiglio l’ha già annunciato e al Mef circolano simulazioni da 10-15 miliardi, nuove risorse in disavanzo che però i partiti di maggioranza giudicano insufficienti, alzando l’asticella ad almeno 20 miliardi. L’idea dell’esecutivo è di varare il prossimo scostamento insieme al Def intorno al 10 aprile, ma la richiesta alle Camere potrebbe essere anticipata e arrivare già fra due settimane. Sarebbe un modo per far confluire soldi freschi nel decreto Sostegni, a quel punto all’esame del Parlamento, rafforzando così gli indennizzi attraverso un emendamento. Ieri mattina Draghi ha ricevuto Franco a Palazzo Chigi per stringere sul provvedimento, un colloquio che testimonia ancora una volta come il testo sia stato messo a punto in totale solitudine rispetto alle forze politiche. Peraltro, il vertice con il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, e i capigruppo è saltato un’altra volta. Oggi alle 17 dovrebbe esserci una riunione tra i capi delegazione e Draghi. La maggioranza conta di incidere nel corso dell’iter alle Camere, ma tutto dipenderà dalle coperture a disposizione. Matteo Salvini rilancia su cashback e lotteria degli scontrini: «Userei quei soldi per aiutare chi lavora nel turismo».
Nel menu pare confermato lo stralcio delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5 mila euro (per gli anni 2000-2015), anche se la bozza resta chiusa nel cassetto di via XX settembre. Superati i codici Ateco, i ristori saranno destinati alle imprese con fatturato fino a 10 milioni di euro che hanno registrato perdite pari al 33%. Verranno calcolati sul calo di ricavi nel 2020 rispetto al 2019. Per determinare l’entità del rimborso, alla perdita media mensile (moltiplicata per due) verrà applicata una aliquota (sono cinque) che va dal 10 al 30%, a seconda delle dimensioni del giro d’affari. Il meccanismo è complicato, ma in sostanza chi ha incassato 100 mila euro in meno a causa della crisi ne riceverà 5 mila dallo Stato.
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