Tv: Totti, Baggio e l’emozione della vita passata a rincorrere un pallone
Voi della tribù “ma che vi scaldate a fare per ventidue adulti in calzoncini che corrono dietro al pallone”, uscite per una volta dalla gabbia dei pregiudizi e date retta per una volta a un saggio consiglio. Seguite la serie su Sky dedicata a Francesco Totti “Speravo de morì prima” con un grande Pietro Castellitto e tra un po’ quella su Netflix dedicata a Roberto Baggio, “Il divin codino”, con Andrea Arcangeli.
E forse capirete, dentro la trama delle vite vissute da quei due campioni, quanta storia, quanta letteratura, quante emozioni rendono elettrizzante il calcio e lo sport, e i loro protagonisti più luminosi. E’ come gli eroi delle antiche saghe raccontati nelle loro lotte, nei contrasti, nei dolori, negli ostacoli che sembrano insormontabili, nel talento, nelle rivalità, nei periodi di oscurità e di tristezza, nei trionfi, nelle lacrime, nelle debolezze, nei tradimenti, negli amori e nelle ostilità, nei tifosi che piangono ed esultano: seguitele, le vicende di Totti e di Baggio, altro che adulti palestrati che inseguono una palla.
E almeno questa magra soddisfazione ci ha regalato la reclusione pandemica: in circostanze normali non avrei mai scoperto un capolavoro della narrazione televisiva come “The Last Dance” che racconta la stella del basket Michael Jordan.
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