Milano, il leggendario attico di Gucci in piazza San Babila acquistato dal magnate indiano dei farmaci
«L’acquirente — spiega l’avvocato Giuseppe La Scala che insieme alle colleghe Nadia Rolandi e Valeria Bano ha seguito e disbrogliato l’intricata vicenda giudiziaria dell’immobile — si è presentato da solo senza neanche l’intermediazione di un agente immobiliare. Ha saputo della casa grazie al tam tam delle sue amicizie e ha fatto l’offerta per quella che diventerà la sua abitazione». Tutto fa pensare che l’imprenditore abbia intenzione di aprire una sede della sua azienda proprio in Lombardia.
Anche in questo caso il segreto sulla cifra esatta è invalicabile. Si parla di una ventina di milioni di euro. Nei giorni scorsi è stato firmato e registrato il contratto preliminare. Per adesso riguarda l’acquisto del nono piano, con l’accordo di procedere alla cessione del decimo e dell’undicesimo non appena si saranno concluse le verifiche edilizie e catastali necessarie per chiudere la partita legale. Perché la vicenda del superattico di San Babila è lunga e complessa. Circa 15 anni fa la società immobiliare — già di proprietà negli anni 60 dei conti Agusta e della famiglia Riva — venne rilevata da un ricco imprenditore edile piemontese che accorpò ai locali (sede anche della Coca Cola in Italia) l’appartamento limitrofo — già appartenuto a Maurizio Gucci — e ristrutturò tutta l’unità immobiliare. I guai cominciarono poco dopo con il pignoramento degli appartamenti per il mancato pagamento delle spese condominiali e di una linea di mutuo. Alla fine ci sono voluti 15 anni per riuscire a venderlo.
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