Bruno Le Maire, ministro dell’Economia della Francia: «Un nuovo Patto di stabilità e più investimenti anti-crisi»
L’Europa
ha bisogno di nuove regole, di recente lei ha fatto cenno a modifiche,
una volta finita l’emergenza, al Patto di stabilità. Come dovrebbe
cambiare? Come può essere reso più flessibile e adattato ai nostri
tempi?
«Con l’Italia e con il commissario Paolo Gentiloni
abbiamo un’ottima cooperazione. Siamo anche convinti che le finanze
pubbliche devono essere ben gestite. Dobbiamo mantenere un principio di
responsabilità. Semplicemente perché, quando sarà il momento, sarà
necessario ricostituire le riserve per poter affrontare una possibile
nuova crisi. Come possiamo farlo? Abbiamo bisogno di un dibattito sulle
nuove regole di bilancio a livello europeo, che dovranno tenere conto
delle conseguenze di questa crisi. Dobbiamo fare attenzione a non
ripetere gli errori del 2010-2011, quando abbiamo voluto consolidare le
nostre finanze pubbliche troppo rapidamente, il che ha avuto un impatto
negativo sulle nostre economie. Oggi la mia priorità è il sostegno
economico».
Il premier Draghi e il presidente Macron, che
si sono recentemente sentiti, sembrano avere un rapporto consolidato.
Saranno in grado di dare la spinta necessaria per far uscire l’Ue dalla
crisi e allo stesso tempo cambiare alcune regole europee?
«Sono
convinto che la cooperazione italo-francese abbia guadagnato nuovo
slancio dall’arrivo di Mario Draghi alla guida del governo italiano.
Abbiamo sempre avuto un ottimo scambio con l’Italia, e le confermo che
il presidente Macron apprezza Draghi in modo particolare. Io stesso ho
avuto l’opportunità di lavorare con lui a lungo quando era presidente
della Banca centrale europea».
Ci sono molti temi sul tappeto, molti nodi da sciogliere.
«Noi
francesi abbiamo molte aspirazioni in comune con l’Italia, dalla
riforma del Patto di Stabilità allo sviluppo di nuovi progetti
industriali oltre a quelli menzionati, dall’accelerazione
dell’integrazione della zona euro, con l’unione bancaria, fino alla
creazione di un bilancio comune. Su tutti questi temi siamo in linea con
l’Italia e questo dovrebbe permetterci di rafforzare la sovranità
dell’Europa irrobustendo le nostre economie».
Ministro, cosa le ha insegnato questa terribile pandemia?
«Credo
che ci siano molte lezioni da imparare da un punto di vista economico e
finanziario. La prima lezione da trarre è la necessità di essere più
indipendenti nelle nostre catene del valore. Abbiamo constatato quanto è
pericoloso l’eccessiva dipendenza dall’estero per i principi attivi
delle medicine, dei semiconduttori e delle batterie elettriche. Dunque, è
imperativo rafforzare l’indipendenza economica. La seconda lezione è
finanziaria, lo dico chiaramente: ci ha salvato la Bce. Grazie a ciò, la
zona euro ha tenuto, sicché abbiamo potuto coordinare efficacemente le
nostre politiche economiche. È la prova che l’Unione è uno scudo
efficace contro la crisi e che è nel nostro interesse collettivo
rafforzarla. Su queste due questioni, economica e finanziaria, siamo
decisamente più forti se restiamo uniti: se avessimo agito
singolarmente, avremmo sicuramente sofferto di più».
La
Francia, come l’Italia, si è sempre affidata all’Europa, alla capacità
dell’Unione di essere all’avanguardia nelle questioni economiche, ma
anche di proporre riforme. Che consiglio darebbe al nostro neo ministro
dell’Economia, Daniele Franco?
«Non credo di avere consigli
da dare a nessun ministro delle finanze. Stiamo lavorando insieme,
ciascuno dà ciò che ha. Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con
Daniele Franco e le assicuro che è stato uno scambio eccellente.
Naturalmente registriamo con favore l’ambizione del governo italiano di
mettere mano a riforme essenziali nel campo dell’amministrazione, della
giustizia e della concorrenza. Sono riforme che vanno nella giusta
direzione. E sia Franco che l’Italia potranno contare sul mio sostegno
quando il Piano nazionale di rilancio e resilienza italiano sarà
presentato alla Commissione e agli Stati membri».
Il suo
ministero ha messo online lo stato di avanzamento delle spese del vostro
piano di rilancio, “France Relance”. Non sarebbe logico che l’Italia
facesse lo stesso?
«Penso che questa sia una modalità che
tutti gli Stati europei dovrebbero abbracciare. Il piano France Relance
comprende molte spese, molti investimenti. Penso sia assolutamente
necessario essere trasparenti con i nostri cittadini sulla destinazione
dei fondi, per questo abbiamo messo online il nostro piano. Sottoporrò
questo schema a Franco, poi sarà l’Italia a decidere quale modalità
scegliere per comunicare con i suoi cittadini».
Lei è ottimista sul livello di cooperazione che si è instaurato tra i nostri due Paesi. Durerà anche in futuro?
«Dobbiamo approfittare di questa crisi trasformando le criticità in opportunità per rafforzare la cooperazione franco-italiana. Sono ministro dell’Economia e delle Finanze da quasi quattro anni, e ho sempre voluto rafforzare i legami tra Francia e Italia. Dopo questa emergenza economica e sanitaria, spero davvero che si possano costruire nuovi progetti sempre più ambiziosi con l’Italia, al servizio della crescita e dell’occupazione».
IL MESSAGGERO
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