La vita ha i suoi rischi, non puoi stopparla

Da uomo che non ha la patente e che ha passato il 90 per cento dei Ferragosto della sua vita in casa a fare il lavoro di cui campo, mi lasciava di stucco il numero dei morti italiani per incidenti stradali avvenuti ogni anno nei due giorni di Ferragosto. Tipo 180 all’anno, talvolta qualcosa di meno, talvolta qualcosa di più.

I morti quanti di una battaglia moderna cruenta, non meno che questo.

Succedeva dunque che l’anno successivo si mettessero in auto nei giorni di Ferragosto meno italiani dell’anno precedente? C’era qualche ente italiano o europeo che stoppava l’afflusso di auto e autocarri lungo le autostrade ferragostane? Ma neppure per idea.

È ovvio che la vita è un rischio, che già a uscire di casa rischi qualcosa, che dal terzo piano della casa di un vicino ti piombi in testa un vaso di fiori. Eccome se rischiarono gli abitanti di New York che lavoravano ai due grattacieli più alti della città e che alla mattina dell’11 settembre 2001 andarono puntuali al lavoro. Quelli di loro che lavoravano ai piani più alti rimasero imprigionati dalle fiamme che venivano dal basso. Sprangarono la porta nella speranza di stoppare le fiamme, solo che contro le fiamme non c’è difesa. Si rifugiarono nelle finestre, anzi fuori dalle finestre, appesi per le mani anziché bruciare vivi, solo che le loro mani cedettero al fuoco e loro trascorsero gli ultimi istanti della loro vita, volando giù verso la morte. Non per questo all’indomani i cittadini newyorkesi non andarono al lavoro puntuali. E ci mancava altro.

La vita ha i suoi rischi, non puoi stopparla.

Succede dunque che alcuni cittadini europei, meno di dieci su milioni che ne sono stati vaccinati, muoiano in concomitanza con l’assunzione di un determinato vaccino, l’arma migliore tra quelle a nostra disposizione contro un diabolico nemico di nome Covid. Ne viene stoppata per un paio di giorno, ed è una precauzione sacrosanta, la vaccinazione a mezzo di quel determinato vaccino, ed è purtroppo la nostra una corsa contro il tempo a salvare il “gregge”. Ritardare quella corsa significa aumentare i pericoli per il “gregge”, ossia per me e voi che ci stiamo parlando. Per fortuna non c’è alcun pericolo determinato, ossia non esistono prove certe che tra quelle morti e il vaccino in questione ci sia un nesso di causa-effetto.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.