L’ossimoro e le élite
MATTIA FELTRI
Vi eravate scordati di Antonio Di Pietro, vero? Bè, ogni tanto rispunta, e per me è sempre festa. Sono un vecchio cronista di Mani pulite, prima giovane entusiasta, poi meno giovane critico, infine ex giovane persuaso che la rivoluzione giudiziaria fu una mezza truffa e produsse pochi benefici e danni incalcolabili.
Pierluigi Bersani, per esempio, ora parla di populismo delle élite a proposito degli avversari di Giuseppe Conte, contro il quale immagina un complotto tipo Carboneria degli Illuminati, quando a me parve populismo delle élite aggrapparsi alle inchieste per atteggiarsi a onesti contro i disonesti come unico programma di governo. E infatti, di onesto in onesto, si è arrivati a Conte. Tutto si tiene. E insomma, Di Pietro dice la sua sull’assoluzione degli imputati per corruzione internazionale contestata a Eni. È un’inchiesta che non mi ha mai convinto, spiega al Giornale, perché ci sono due modi di indagare: primo, scoperto un reato si cerca un colpevole; secondo, individuato il colpevole si cerca il reato.
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